Zakria al-Mohammad, medico siriano
che «aggiusta» i baby-disabili senza assistenza
Zakria al-Mohammad. È sufficiente
una questione burocratica
perché i piccoli profughi
siano esclusi dagli istituti pubblici.
Il dottor Zakria al-Mohammad,
anche lui rifugiato,
ha creato per loro
un centro gratuito a Gazientep
Zakria al-Mohammad. Gazientep,
nel sud della Turchia,
a 130 chilometri da Aleppo.
Zakria al-Mohammad,
un medico siriano,
vi ha aperto un centro
al fine di accogliere e curare
bambini siriani
con disabilità psico-fisica.
A dire il vero,
si tratta di bambini
che non vengono accolti
negli istituti locali,
principalmente
a causa di motivazioni
di tipo burocratico.
Infatti, non avere i documenti in regola,
né avere la residenza e il domicilio
nello stesso posto,
o anche non aver rinnovato
la visita biennale che attesta
il tipo di disabilità
e altre problematiche simili,
impediscono specificamente
a questi bimbi
di poter essere inseriti
in istituti e scuole turche,
condannandoli, di fatto,
all’isolamento sociale.
Resosi, dunque, conto di questa realtà
il dottor Zakria al-Mohammad,
pure lui costretto dalla guerra
a lasciare la Siria,
ha iniziato dapprima
a fare assistenza
a domicilio.
Successivamente,
cinque anni fa,
ha aperto un centro dedicato
dove le porte sono aperte
a tutti i minori
e le cure sono
completamente gratuite.
«Questi bambini
– spiega –
sono veramente la parte
più fragile e bisognosa
della società.
Dobbiamo quindi
impegnarci tutti
al fine di aiutarli
con umanità e amore
affinché possano
avere un presente
e un futuro».
Inoltre con lo specialista
operano anche altre otto persone.
La maggior parte di esse
Sono, però, madri di piccoli
con disabilità.
Esse, dopo essersi rivolte
al dottor Zakria al-Mohammad
per i propri figli,
si sono rimesse in gioco,
studiando come fisioterapiste,
logopediste, psicologhe.
«Per ogni bambino, in effetti,
studiamo un percorso personalizzato
in base alle sue specificità.
Venire qui ogni giorno,
stare insieme ad altri bambini
è per loro sicuramente
di grande giovamento.
Abbiamo, inoltre, notato
un miglioramento in tutti i piccoli,
anche in quei casi
considerati da altri
senza speranza»,
ricorda Zakria al Mohammad.
Inoltre, il centro è operativo
sette giorni su sette,
dal mattino al pomeriggio.
Asmaa e Shuruq,
ad esempio,
sono due
delle operatrici del centro,
nonché madri
di bambini diversamente abili.
La figlia di Asmaa, Marwa,
ha soltanto cinque anni,
e da due è in cura.
«Ora riesce anche
ad afferrare gli oggetti,
inoltre i muscoli
si sono potenziati.
Ovviamente non parla,
ma si esprime con lo sguardo
e con piccoli gesti»,
racconta la madre.
A Mustafa,
il figlio di Shuruq,
è stato invece diagnosticato
l’autismo.
«Quando l’ho portato qui,
la prima volta,
era come un pezzo di legno.
Ora, invece, colora,
inoltre mi guarda negli occhi,
e oltretutto ha imparato
a usare le posate», afferma
mentre lo stringe a sé.
«Non dobbiamo dimenticare poi
che questi bambini
non hanno solo difficoltà psico-fisiche,
ma sono a tutti gli effetti
vittime di guerra»,
ricorda, inoltre
il dottor Zakria al-Mohammad.
«Dal 2014, infatti,
sono notevolmente aumentati
i casi di bambini
con disabilità psico- fisiche.
Al momento,
non c’è ancora
una letteratura specifica
che lo attesti.
Sicuramente, però,
l’esposizione ai bombardamenti,
alle violenze, alle armi chimiche,
e alle tensioni fisiche e psicologiche
hanno inciso piuttosto pesantemente
sulla loro crescita e sviluppo».
Ascoltando, inoltre,
le testimonianze delle mamme,
gli orrori della guerra in Siria
emergono, infatti,
in tutta la loro forza.
La madre della piccola Lujain,
sei anni, ad esempio,
racconta che la figlia
è nata in una tendopoli per sfollati
nella periferia di Aleppo.
Fin da subito
sono emerse le sue condizioni,
con gravi disabilità
di tipo fisico e cognitivo,
ma, sotto i bombardamenti,
nessuno si è occupato di lei.
«La burocrazia
è come una nuova guerra»,
racconta la madre di Abdelkarim,
che ha, oltretutto,
una grave disabilità cognitiva.
«Mi sono ammalata
insieme a mio figlio
e sto completamente
trascurando l’altro.
L’unica cosa
che mi hanno proposto
qui in Turchia
è di chiudere
il mio bambino malato
in un manicomio»,
afferma perciò esasperata.
«Conoscere questo centro
e il dottor Zakria al-Mohammad
ci ha salvato entrambi.
Non sapevamo, infatti,
più che cosa fare».
Ammar e Mohammed
sono due gemelli curdi
di otto anni,
nati a Raqqa
quando la città
era sotto il controllo
del Daesh.
«I medici, allora, mi avevano detto
che avrei dovuto fare il cesareo
e che i bambini
sarebbero dovuti stare
in incubatrice,
ma la legge del Califfato
proibiva questi interventi.
I miei figli, così, sono nati
con una grave mancanza
di ossigeno
e non hanno ricevuto
le cure adeguate»,
racconta la madre.
Questa, oltretutto,
da un anno ha scoperto di avere
una massa sospetta alla testa.
Il suo occhio sinistro
è, infatti, ormai compromesso.
«Il dottor Zakria al-Mohammad
ci ha accolto
come se fossimo di famiglia,
e come se fossimo di casa.
È stato l’unico».
Asmae Dachan, «Il medico siriano
che «aggiusta» i baby-disabili
senza assistenza», in “Avvenire”,
domenica 2 gennaio 2022, p. 16.
Foto: Dott. Zakria al-Mohammad /
facebook.com
DA SAPERE
Un popolo in fuga
dal dramma della guerra
5,5 milioni
sono i rifugiati siriani
sparsi in oltre 130 Paesi
del mondo a causa del conflitto
45% è la quota di rifugiati
che ha meno di 18 anni.
Oltre un milione di piccoli
è nato in esilio.
Da “Avvenire”, domenica
2 gennaio 2022, p. 16.