Una eredità pesante1 – Seconda parte
Quasi un tradimento
Un’eredità pesante1 – Mettiamo invece che,
a causa di questa situazione
non proprio decorosa
o anche solo per motivi funzionali,
per il traffico lì attorno e tutto il resto,
il nuovo Papa ritenesse opportuno
andare a vivere in quell’appartamento
alla terza loggia.
Appartamento che,
negli ultimi tempi di Benedetto XVI,
era stato un po’ sistemato, rimodernato,
la cucina, i servizi sanitari,
e il vecchio televisore
sostituito con un modello al quarzo
ultimo tipo.
Tuttavia, malgrado le migliorie,
e lo splendore
della stanze di rappresentanza,
e i marmi, e i dipinti famosi,
malgrado questa magnificenza
artistica e architettonica,
la parte strettamente privata
– camera da letto e studio –
hanno mantenuto un che di molto semplice,
quasi spartano.
Tutto questo, naturalmente,
se visto da dentro, dal «vero».
Ma da fuori?
Visto da fuori,
quel palazzo è da sempre,
nella credenza popolare,
l’espressione massima
delle «ricchezze» della Santa Sede,
del suo potere anche mondano.
In altre parole,
qualcosa di simbolicamente negativo.
***
Una eredità pesante1 – D’accordo,
ma cosa cambierebbe, se il nuovo Papa
decidesse di andare a vivere lassù?
Che novità sarebbe?
In fin dei conti,
un Papa tornerebbe ad abitare
là dove i Papi per secoli hanno abitato;
e da dove, del resto, ogni domenica,
anche Francesco
continua a recitare l’Angelus,
a dare la benedizione ai fedeli
in piazza san Pietro.
Ora, però, come si diceva, c’è un problema:
c’è il «precedente»
creato dallo stesso Bergoglio;
e un ritorno stabile alla terza loggia
potrebbe assumere
un significato contraddittorio,
o addirittura innescare
chissà quali sospetti,
suscitare chissà quali polemiche.
Un’eredità pesante1
Un’eredità pesante1 – Non è tanto difficile
immaginare la cocente delusione
che ciò provocherebbe
in certi ambienti del mondo cattolico,
e, ancora di più, fuori.
Molti finirebbero per vedere
in quella decisione
quasi un tradimento
nei riguardi di Francesco,
e della sua proposta evangelica.
E cioè, nei riguardi del Papa
che vuole una Chiesa povera
per i poveri,
«ospedale da campo»,
con le porte spalancate a chi più soffre,
a chi ha più bisogno.
Il Papa severo fustigatore
dell’impero mondiale della finanza,
della globalizzazione dell’indifferenza,
dello «scarto umano».
E, questo in particolare,
il Papa che assiste i clochard sotto casa.
(E già se ne è avvenuta
una qualche anticipazione,
quando nel settembre scorso
la Gendarmeria vaticana
ha fatto sloggiare i senzatetto,
almeno per le ore diurne,
da sotto il colonnato berniniano.
Un provvedimento preso
per ragioni di sicurezza, e di decoro,
il porticato stava diventando
un letamaio.
Ma subito sono scattati
i commenti negativi.
E le domande maligne, insinuanti:
«È stato davvero Francesco
a fare l’ordine?»).
***
Una eredità pesante1 – Beninteso,
si tratta solamente di congetture,
di illazioni, su un futuro
che oltretutto potrebbe essere
ancora lontano.
E non è detto che succederà
esattamente in questi termini,
con queste criticità.
Ma, pur nel suo piccolo,
pur nei suoi risvolti paradossali,
la vicenda dell’abitazione pontificia
è molto istruttiva;
e fin da ora pone
una serie di interrogativi allarmanti,
fa intuire possibili rischi.
Nel senso che il nuovo Papa
potrebbe venire a trovarsi
nella condizione di dover sostenere
un lungo estenuante confronto:
e non solo ovviamente
con la complessa eredità
che il suo predecessore gli avrà lasciato,
ma anche con l’immagine
che intanto moltissima gente
si sarà fatta di papa Bergoglio.
Appunto, quale immagine?
Un’eredità pesante1
Un’eredità pesante1 – C’è il sospetto,
un fondato sospetto,
che in questi anni ci sia stato
un sovraccarico sia di ideologizzazione
che di semplicismo
nell’interpretare gesti e parole
– già spesso controversi per conto loro –
di Francesco:
finendo così per deformarne
o quanto meno offuscarne la figura,
il magistero, gli obiettivi stessi
del pontificato.
E tutto questo, un domani,
non potrebbe diventare
un fardello estremamente pesante
per il successore?
Non potrebbe condizionarne le scelte,
restringerne la libertà d’azione?
Resta il dubbio
Un’eredità pesante1 – Francesco è sicuramente
un Papa carismatico e rivoluzionario.
Ha gettato le basi per un nuovo modo
di intendere e vivere la fede cristiana oggi.
Ha avviato una grande riforma
sul piano dei comportamenti, delle mentalità,
dei rapporti interpersonali, insomma,
del cambiamento dei cuori.
Ha promosso
un vasto rinnovamento pastorale,
missionario e strutturale.
Ha dato nuova visibilità
e nuova forza alla Chiesa cattolica
nel campo ecumenico, in quello interreligioso,
e nella politica internazionale.
Ma allora, perché questo Papa
suscita così tante polemiche,
così tante discussioni?
Perché è diventato elemento di contrasto
nella comunità cattolica?
***
Una eredità pesante1 – È ormai un fatto
che all’interno della gerarchia ecclesiastica
sia cresciuto via via
un atteggiamento di contrapposizione,
se non di contestazione,
nei confronti di Bergoglio.
Ma c’è di più.
Accompagnata incredibilmente da insulti
e accuse di eresia – come nella lettera
dei 62 studiosi diffusa in tutto il mondo
attraverso internet –
si è messa in moto una strategia mediatica
per screditare Francesco.
Ed è un tentativo di delegittimazione
che «non ha precedenti nella Chiesa
negli ultimi secoli»:
come ha commentato amaramente,
un testimone autorevole, Enzo Bianchi,
fondatore della comunità monastica di Bose.
***
Una eredità pesante1 – C’è però
qualcosa di ancora preoccupante
ed è la divisione
che si registra tra gli stessi fedeli.
Una divisione che prima era sotterranea,
senza clamori, quasi impalpabile
nelle reali motivazioni
di chi era «pro» e chi «contro»;
ma che adesso è uscita allo scoperto,
e continua ad allargarsi,
a incancrenirsi, nel corpo ecclesiale.
Non siamo ancora a uno scisma,
come teme (o vorrebbe) qualcuno.
E tuttavia,
ormai è quasi una «regola».
Ogni gesto che Papa Bergoglio compie,
o ogni parola che dice,
ogni cambiamento che propone,
o ogni decisione che prende, provoca
due reazioni nettamente opposte:
l’una di consenso, e l’altra contraria
o quantomeno fortemente critica.
***
Una eredità pesante1 – Ed ecco che
il dubbio si ingigantisce sempre di più:
è stata davvero compresa la «novità»,
della quale Francesco s’è fatto portatore?
E ci si è resi conto che,
proprio perché questa «novità» è entrata
– impetuosa e sconvolgente –
in una istituzione bimillenaria
come la Chiesa cattolica, avrebbe comportato
inevitabilmente forti resistenze,
e anche insuccessi,
e anche tante contraddizioni?
Gian Franco Svidercoschi, «Un Papa
che divide? Le inevitabili contraddizioni
di un pontificato rivoluzionario»,
Rubbettino Ed., Soveria Mannelli
(Catanzaro), 2018, pp. 7-10.
Foto: Elezione di Papa Francesco /
ilgiornale.it