Tartaruga – La tartaruga sciocca
Tartaruga – Un giorno, in una valle lontana,
cominciò a piovere, e piovve tanto,
ma così tanto, che tutta la campagna fu inondata.
Ancora un po’ e solo le montagne
sarebbero spuntate dall’acqua,
che saliva, saliva sempre…
A un tratto si udì qualcuno che piangeva.
Era una tartaruga: la più lenta,
la più sciocca del mondo.
«Perché piangi?»,
gracchiò un’oca che volava sopra di lei.
«Affogherò!», singhiozzò la poveretta.
«Per te è facile, perché tu puoi volare.
Ma le mie gambe son così corte,
che mi ci vorrà un mese
per arrivare sulle montagne!».
«Quante storie!», tagliò corto l’oca.
«Vado a chiamare mia sorella
e poi ti porteremo noi sulle montagne».
Quando le due oche tornarono,
l’acqua arrivava già al collo della tartaruga.
Si abbassarono, portando nel becco un ramo.
La tartaruga allora vi si afferrò con la bocca
mentre le oche la sollevarono
con un gran sbattere d’ali.
Volarono così sopra le acque,
in direzione delle montagne,
dove la tribù delle tartarughe
si era già radunata.
Infatti, le altre tartarughe, meno sciocche,
si erano subito dirette sui monti
non appena avevano visto l’acqua salire.
Ma erano comunque molto felici
nel vedere i due uccelli
portare in salvo la più lenta,
la più sciocca tra loro.
Lanciarono alte grida di evviva
e cantarono in coro
al fine di festeggiare i due volatili.
«Viva viva e poi urrà.
Su cantiamo tutte in coro.
Per le oche salvatrici…».
Ma mentre era ancora in volo,
la più lenta, la più sciocca delle tartarughe
non poté fare a meno di unirsi al coro.
Aprì la bocca e cantò:
«… Hip hip hip e poi urrà… AAAAAAH!!!».
Tartaruga – Riflessione
Imparare a controllare la propria bocca
non è cosa da poco.
Alla tartaruga sciocca costò la vita.
«Ciò che esce dalla bocca
viene dal cuore dell’uomo
e per questo può renderlo impuro»,
dice Gesù (Vangelo secondo Matteo, 1,18).
Bruno Ferrero, «40 storie nel deserto.
Piccole storie per l’anima», Editrice Elle Di Ci,
10096 Leumann (Torino) 1995, pp. 10-11.
Foto: Le oche e la tartaruga / in.pinterest.com