Pietro Battista Blásquez (1542-1597) – Sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori – 6 febbraio
Pietro Battista Blásquez nasce nel castello di San Esteban del Valle,
in diocesi di Avila (Spagna) il 24 giugno 1542 da Pietro e Maria Blásquez.
La sua è una delle più nobili famiglie della Castiglia.
Dopo aver compiuti gli studi nella città natale,
frequenta poi con molto profitto l’università di Salamanca.
Sovvertendo tuttavia piani familiari, Pietro Battista Blásquez
entra nel 1564 nell’Ordine dei Frati Minori,
emettendo la professione tre anni dopo nel convento di Arenas.
Dopo il compimento degli studi teologici, è consacrato sacerdote.
Incaricato del lettorato di teologia e filosofia, è anche eletto superiore in varie comunità.
Pietro Battista Blásquez nel 1580
chiede prima ed ottiene poi di poter raggiungere il Messico,
ove si ferma per tre anni dando impulso notevolissimo all’Ordine
con la fondazione di varie case.
Successivamente, nel 1583, salpa per le Filippine,
ove in qualità di superiore dei Frati Minori,
esercita un encomiabile ministero di apostolato.
L’azione di Pietro Battista Blásquez ha particolare rilievo
nel proteggere gli indigeni contro le angherie dei potenti
Saputo nel frattempo che in Giappone i cristiani sono perseguitati,
desidera sostituire i Gesuiti che nel 1590 sono stati espulsi dal governo locale.
Pietro Battista Blásquez ottiene dapprima il permesso
dai superiori religiosi e successivamente dal governatore,
lo “shogun” (maresciallo della corona) Toyotomi Hideyoshi,
per cui nel 1593, con altri cinque confratelli, si reca là.
Per un intero anno è praticamente confinato in una povera casupola
vivendo tra sofferenze ed incomprensioni.
Poi riesce ad ottenere il permesso di predicare il Vangelo ovunque.
Per due anni pertanto Pietro Battista Blásquez può liberamente,
insieme ai confratelli, svolgere un’intensa azione apostolica:
fonda un convento a Kyoto e poi due ospedali per poveri e lebbrosi
stabilisce inoltre due altre case francescane, una a Osaka e l’altra a Nagasaki,
ottenendo così numerose conversioni.
Sembrerebbe dunque che si apra per la comunità cristiana giapponese un’era di prosperità.
Invece l’invidia dei bonzi, oltre alla mancanza di prudenza degli stessi Frati Francescani,
che iniziano una predicazione aperta e pubblica,
insieme ai contrasti politico-commerciali fra Spagnoli e Portoghesi,
inducono il governatore Hideyoshi
(fino a questo momento condiscendente verso i cattolici)
a sospettare che i missionari stiano preparando il terreno
per una futura invasione da parte degli europei
così che lo spingono a emanare l’ordine di imprigionare i missionari.
L’ordine di cattura dunque viene eseguito l’8 dicembre 1596.
In tutto vengono arrestati in 26: lo stesso Pietro Battista Blásquez,
cinque confratelli (Martino dell’Ascensione, Francesco Blanco,
Filippo di Las Casas, Francesco di S. Michele, Gonsalvo García),
17 terziari francescani, e il gesuita giapponese Paolo Miki con due catechisti.
Fino alla fine del mese Pietro Battista Blásquez
e gli altri compagni arrestati rimangono nel carcere di Meaco.
Prima di essere trasferito a Nagasaki, ove deve subire il martirio,
è con gli altri condannati portato in giro per le vie della città su di un carro,
allo scopo di sottoporlo alla derisione dei pagani.
In questa occasione gli è mozzato l’orecchio sinistro.
Analoga esposizione e insulti subisce nelle città di Osaka, Sacay e Facata.
Pietro Battista Blásquez e compagni giungono alla fine a Nagasaki il 5 febbraio 1597.
Subito è portato con gli altri 25 compagni sulla vicina collina di Nishizaka,
ove assiste al supplizio di tutti gli altri.
Prima di subire come gli altri la crocifissione,
rivolge un ammonimento paterno ai cristiani presenti
ed eleva una preghiera di perdono per i suoi crocefissori.
Infine, muore anch’egli legato a una croce e trafitto con due lance.
Ha 52 anni.
Pietro Battista Blásquez e i suoi 25 compagni martiri,
tra cui il gesuita Paolo Miki, sono i protomartiri del Giappone.
Beatificato da Urbano VIII nel 1627,
ed è canonizzato, insieme ai suoi 25 compagni,
da Pio IX l’8 giugno 1862.
Foto: Tanzio da Varallo (Antonio d’Enrico), Il martirio dei Frati Francescani a Nagasaki, olio su tela (cm 115×80) dopo il 1627, Pinacoteca Brera, Milano / pinacotecabrera.org