Misericordiae Vultus 1
Bolla di Indizione
del Giubileo Straordinario della Misericordia
I Parte, capp. 1-5
Francesco
Vescovo di Roma
Servo dei Servi di Dio
a quanti leggeranno questa Lettera
Grazia, Misericordia e Pace
Misericordiae Vultus 1
1. Gesù Cristo è il volto
della misericordia del Padre.
Il mistero
della fede cristiana
sembra trovare
in questa parola
la sua sintesi.
Essa è divenuta viva,
visibile e ha raggiunto
il suo culmine
in Gesù di Nazareth.
Il Padre, «ricco
di misericordia» (Ef 2,4),
dopo aver rivelato
il suo nome a Mosè
come «Dio
misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco
di amore e di fedeltà»
(Es 34,6),
non ha cessato
di far conoscere
in vari modi e in tanti
momenti della storia
la sua natura divina.
Nella «pienezza del tempo»
(Gal 4,4), quando tutto
era disposto secondo
il suo piano di salvezza,
Egli mandò suo Figlio
nato dalla Vergine Maria
per rivelare a noi
in modo definitivo
il suo amore.
Chi vede Lui
vede il Padre
(cfr Gv 14,9).
Gesù di Nazareth
con la sua parola,
con i suoi gesti
e con tutta
la sua persona [1]
rivela la misericordia di Dio.
Misericordiae Vultus 1
2. Abbiamo sempre bisogno
di contemplare il mistero
della misericordia.
È fonte di gioia,
di serenità e di pace.
È condizione
della nostra salvezza.
Misericordia:
è la parola che rivela
il mistero della SS. Trinità.
Misericordia:
è l’atto ultimo e supremo
con il quale Dio
ci viene incontro.
Misericordia:
è la legge fondamentale
che abita nel cuore
di ogni persona
quando guarda
con occhi sinceri
il fratello che incontra
nel cammino della vita.
Misericordia:
è la via che unisce
Dio e l’uomo,
perché apre il cuore
alla speranza
di essere amati
per sempre
nonostante il limite
del nostro peccato.
***
Misericordiae Vultus 1
3. Ci sono momenti
nei quali
in modo ancora più forte
siamo chiamati
a tenere fisso lo sguardo
sulla misericordia
per diventare noi stessi
segno efficace
dell’agire del Padre.
È per questo
che ho indetto un
Giubileo Straordinario
della Misericordia
come tempo favorevole
per la Chiesa,
perché renda
più forte ed efficace
la testimonianza
dei credenti.
L’Anno Santo
si aprirà l’8 dicembre 2015,
solennità
dell’Immacolata Concezione.
Questa festa liturgica
indica il modo
dell’agire di Dio
fin dai primordi
della nostra storia.
Dopo il peccato
di Adamo ed Eva,
Dio non ha voluto
lasciare l’umanità
sola e in balia
del male.
Per questo
ha pensato e voluto
Maria santa
e immacolata nell’amore
(cfr Ef 1,4),
perché diventasse
la Madre del Redentore
dell’uomo.
Dinanzi
alla gravità del peccato,
Dio risponde
con la pienezza
del perdono.
La misericordia
sarà sempre più grande
di ogni peccato,
e nessuno può porre
un limite all’amore
di Dio che perdona.
***
Misericordiae Vultus 1
Nella festa
dell’Immacolata Concezione
avrò la gioia di aprire
la Porta Santa.
Sarà in questa occasione
una Porta della Misericordia,
dove chiunque entrerà
potrà sperimentare
l’amore di Dio
che consola, che perdona
e dona speranza.
La domenica successiva,
la Terza di Avvento,
si aprirà la Porta Santa
nella Cattedrale di Roma,
la Basilica
di San Giovanni in Laterano.
Successivamente,
si aprirà la Porta Santa
nelle altre Basiliche Papali.
Nella stessa domenica
stabilisco che
in ogni Chiesa particolare,
nella Cattedrale
che è la Chiesa Madre
per tutti i fedeli,
oppure
nella Concattedrale
o in una chiesa
di speciale significato,
si apra
per tutto l’Anno Santo
una uguale
Porta della Misericordia.
A scelta dell’Ordinario,
essa potrà essere aperta
anche nei Santuari,
mete di tanti pellegrini,
che in questi luoghi sacri
spesso sono toccati
nel cuore dalla grazia
e trovano
la via della conversione.
Ogni Chiesa particolare,
quindi, sarà direttamente
coinvolta a vivere
questo Anno Santo
come
un momento straordinario
di grazia
e di rinnovamento spirituale.
Il Giubileo,
pertanto,
sarà celebrato a Roma
così come
nelle Chiese particolari
quale segno visibile
della comunione
di tutta la Chiesa.
Misericordiae Vultus 1
4. Ho scelto la data
dell’8 dicembre
perché è carica
di significato
per la storia recente
della Chiesa.
Aprirò infatti
la Porta Santa
nel cinquantesimo
anniversario
della conclusione
del Concilio Ecumenico
Vaticano II.
La Chiesa
sente il bisogno
di mantenere vivo
quell’evento.
Per lei iniziava
un nuovo percorso
della sua storia.
I Padri
radunati nel Concilio
avevano percepito forte,
come un vero soffio
dello Spirito,
l’esigenza di parlare
di Dio agli uomini
del loro tempo
in un modo
più comprensibile.
Abbattute le muraglie
che per troppo tempo
avevano rinchiuso
la Chiesa in una
cittadella privilegiata,
era giunto il tempo
di annunciare il Vangelo
in modo nuovo.
Una nuova tappa
dell’evangelizzazione
di sempre.
Un nuovo impegno
per tutti i cristiani
per testimoniare
con più entusiasmo
e convinzione
la loro fede.
La Chiesa
sentiva la responsabilità
di essere nel mondo
il segno vivo
dell’amore del Padre.
***
Misericordiae Vultus 1
Tornano alla mente
le parole cariche
di significato
che san Giovanni XXIII
pronunciò all’apertura
del Concilio
per indicare
il sentiero da seguire:
«Ora la Sposa di Cristo
preferisce usare la medicina
della misericordia
invece di imbracciare
le armi del rigore …
La Chiesa Cattolica,
mentre con questo
Concilio Ecumenico
innalza la fiaccola
della verità cattolica,
vuole mostrarsi
madre amorevolissima
di tutti,
benigna, paziente,
mossa da misericordia
e da bontà verso i figli
da lei separati». [2]
***
Misericordiae Vultus 1
Sullo stesso orizzonte,
si poneva anche
il beato Paolo VI,
che si esprimeva così
a conclusione del Concilio:
«Vogliamo piuttosto notare
come la religione
del nostro Concilio
sia stata
principalmente la carità …
L’antica storia
del Samaritano
è stata il paradigma
della spiritualità del Concilio …
Una corrente di affetto
e di ammirazione
si è riversata dal Concilio
sul mondo umano moderno.
Riprovati gli errori, sì;
perché ciò esige la carità,
non meno che la verità;
ma per le persone
solo richiamo,
rispetto ed amore.
Invece
di deprimenti diagnosi,
incoraggianti rimedi;
invece di funesti presagi,
messaggi di fiducia
sono partiti dal Concilio
verso il mondo contemporaneo:
i suoi valori sono stati
non solo rispettati,
ma onorati,
i suoi sforzi sostenuti,
le sue aspirazioni
purificate e benedette …
Un’altra cosa
dovremo rilevare:
tutta questa
ricchezza dottrinale
è rivolta
in un’unica direzione:
servire l’uomo.
L’uomo, diciamo,
in ogni sua condizione,
in ogni sua infermità,
e in ogni sua necessità». [3]
Con questi sentimenti
di gratitudine
per quanto la Chiesa
ha ricevuto
e di responsabilità
per il compito che ci attende,
attraverseremo la Porta Santa
con piena fiducia
di essere accompagnati
dalla forza
del Signore Risorto
che continua a sostenere
il nostro pellegrinaggio.
Lo Spirito Santo
che conduce
i passi dei credenti
per cooperare
all’opera di salvezza
operata da Cristo,
sia guida e sostegno
del Popolo di Dio
per aiutarlo a contemplare
il volto della misericordia. [4]
Misericordiae Vultus 1
5. L’Anno giubilare si concluderà
nella solennità liturgica
di Gesù Cristo
Signore dell’universo,
il 20 novembre 2016.
In quel giorno,
chiudendo la Porta Santa
avremo anzitutto
sentimenti di gratitudine
e di ringraziamento
verso la SS. Trinità
per averci concesso
questo tempo straordinario
di grazia.
Affideremo
la vita della Chiesa,
l’umanità intera
e il cosmo immenso
alla Signoria di Cristo,
perché effonda
la sua misericordia
come la rugiada del mattino
per una feconda storia
da costruire
con l’impegno di tutti
nel prossimo futuro.
Come desidero
che gli anni a venire
siano intrisi
di misericordia
per andare incontro
ad ogni persona
portando la bontà
e la tenerezza di Dio!
A tutti,
credenti e lontani,
possa giungere il balsamo
della misericordia
come segno
del Regno di Dio
già presente
in mezzo a noi.
*** *** *** ***
[1] Cfr. Conc. Ecum. Vat. II,
Cost. Dogm. Dei Verbum, 4.
[2] Discorso di apertura
del Conc. Ecum. Vat. II,
Gaudet Mater Ecclesia,
11 ottobre 1962, 2-3.
[3] Allocuzione nell’ultima
sessione pubblica,
7 dicembre 1965.
[4] Cfr Conc. Ecum. Vat. II,
Cost. Dogm. Lumen Gentium, 16;
Cost. Past. Gaudium et spes, 15.
Foto: Copertina di
«Misericordiae Vultus»
di Papa Francesco /
paolinestore.it