Les Misérables 3

Les Misérables 3
Sotto embargo
Seimila copie vendute in un batter d’occhio

 

Quando uscì
la seconda parte del romanzo
furono in molti
ad andare in libreria
con carretti e carriole
per cercare di accaparrarsi
il maggior numero di esemplari

Les Misérables 3
Contrariamente
all’usanza dell’epoca,
del romanzo
I Miserabili

non vennero
distribuite copie
in anticipo
per uso
dei giornali
e delle riviste,

chiamati
a recensirlo.

Secondo
il professore
e traduttore
David Bellos,

l’opera
fu la prima
ad essere messa
sotto embargo.

Les Misérables 3

Era la mattina
del 4 aprile 1862
quando uscì
Fantine,

la prima parte
del romanzo,

in contemporanea
a Parigi,
Bruxelles,
San Pietroburgo,

Lipsia e altre
città europee.

Nessuno libro,
fino ad allora,
come evidenziano
le cronache
del tempo

aveva mai avuto
un lancio editoriale
internazionale
di così vasta
e capillare portata

***

Les Misérables 3
Hugo
aveva chiesto
la stampa
di un’edizione
popolare,

insieme
a quella
tradizionale
di lusso:

azione
resa possibile
dai progressi
della tipografia
dell’epoca

e dalla
considerevole
diminuzione
del costo della carta.

Quel giorno
c’erano
lunghe code
davanti
alle librerie

e a Parigi
la prima edizione
di seimila copie
andò esaurita
con disarmante
rapidità.

Immediato,
dunque,
fu il successo
di pubblico.

Quando
il mese successivo
uscirono
48.000 copie
della seconda parte
dell’opera,

in molti
andarono
in libreria
con carretti
e carriole

per
accaparrarsene
di più.

Les Misérables 3

La critica,
invece,
comincio
ad applaudire
al romanzo
solo più tardi.

Da principio
fioccarono
critiche robuste,
anche velenose,

tra l’altro
vergate
da penne illustri.

Alexandre Dumas
disse
che leggere
I Miserabili
era come

«farsi strada
tra le fogne»

(riferendosi
ad una scena
descritta ne libro),

mentre
Gustave Flaubert,
in una lettera privata,
si definì
«oltremodo indignato»

perché il romanzo
era stato scritto
«per le canaglie
cattolico-socialiste
e per i parassiti
filosofici-evangelici».

***

Les Misérables 3
Il primo
a brindare
al successo
del romanzo
fu l’editore,

il ventisettenne
Albert Lacroix,
giovane belga
tanto ambizioso
quanto lungimirante.

Cresciuto
nella tipografia
dello zio

(dove aveva
maturato esperienza
e sviluppato perspicacia)

subito intuì
il valore
dell’opera.

Decise dunque
di pubblicarla
e si impegnò,

pur di riuscire
nell’impresa,

a sobbarcarsi
un prestito
molto oneroso
firmato
con una banca.

Una volta
che I Miserabili
conobbero
fama e gloria,

l’intraprendente
e coraggioso editore
poté ripagare
il debito.

Non solo:
la sua piccola
casa editrice
si estese

aprendo
diverse succursali,
anzitutto a Parigi,
nella Parigi
di Victor Hugo.

Gabriele Nicolò,
«Sotto embargo», in
“L’Osservatore Romano”,
giovedì 2 gennaio 2025,
p. 12.

Foto: Victor Hugo /
repubblica.it

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