Le Mura di Roma

Le Mura di Roma
Nell’Urbe c’è un monumento lungo 19 chilometri

 

Le Mura della città,
che i romani attraversano ogni giorno,
sono uno scrigno di informazioni
e testimonianze storiche

Le Mura di Roma
Viene voglia di parafrasare
Edoardo Bennato:

a Roma c’è
un grande monumento
ma nessuno lo sa;

eppure,
è sotto gli occhi di tutti.

In tanti,
romani e forestieri,
ogni giorno lo affiancano,

lo oltrepassano,
lo maledicono
nel loro impaziente
arrancare nel traffico,

dentro e fuori
dal vasto centro
storico della Capitale:

sono le Mura;
Aureliane,
Vaticane,
Gianicolensi.

La Mura di Roma

Le Mura Aureliane
sono le più antiche
e ricche di storia:

una tra le cinte murarie
più lunghe e conservate
al mondo,
una barriera
di 19 chilometri,

ancora percorribile
a tratti
all’interno degli antichi
camminamenti
e delle torri,

e interamente
di proprietà pubblica.

Le Mura sono anche
un immenso
contenitore di storie
per quasi 2000 anni,

con protagonisti
come imperatori,
condottieri, papi,
architetti,

e figuranti
come capomastri,
muratori, soldati,
militi senza nome
e senza volto.

Le Mura di Aureliano e Probo

Le Mura Aureliane
nascono con un
progetto generale
coerente

– oggi si direbbe
un masterplan

impostato
su un percorso
lungo e differenziato.

L’orografia di Roma
sarebbe già stata
sufficiente a imporre
scelte variegate,

ma a questo si aggiungeva
la presenza sul percorso
di una serie di edifici
e di infrastrutture
di grandi dimensioni

che non potevano
essere lasciate all’esterno,
col rischio
di essere trasformati
in fortilizi
dagli eventuali assedianti.

Il percorso delle Mura
appare quindi
quanto di più lontano
possa esistere

dal cerchio presente
nelle rappresentazioni
ideali del Medioevo,

ma forma piuttosto
un disegno
che ricorda una tozza
stella marina,

includendo
il tratto del
Campo Marzio
settentrionale
con il mausoleo
di Augusto,

le costruzioni
degli Horti Liciniani,
la tenuta imperiale
degli Horti Luculliani,
il Castro Pretorio,

tratti
dell’Aqua Marcia-
Tepula-Julia,
della Claudia
Anio Novus
e della Antoniniana,

l’Anfiteatro Castrense,
l’area delle
Terme di Caracalla
e la Piramide Cestia.

Altri monumenti
vengono sacrificati,
come il Circo Variano
(di Elagabalo),

in precedenza incluso
nel Palazzo Sessoriano
che comprendeva anche
l’Anfiteatro Castrense.

Non si contano
le abitazioni
e i sepolcri
rasi al suolo
o inglobati
nella muratura.

Le Mura di Roma

Le Mura seguono
un modulo costante
con poche eccezioni:

tratti lunghi 30 metri
(100 piedi romani),
alti circa 6 (20 piedi)
e spessi 3,5 (12 piedi)

connettono
torri quadrate,
con un fronte
di 7 metri (24 piedi)
e sporgenti per 3,5.

Sulla base
in muratura piena
delle torri
si trova una camera
con finestre
su tutti i lati,

da cui
una ripida scala
sale fino alla terrazza.

Camminamenti
e terrazze
erano muniti
di parapetti con merli.

I frequenti dislivelli
sono superati
da un’infinita
successione di gradini,
alti 20 centimetri o più.

Le porte

Le Mura di Roma
L’unico elemento
d’interruzione
di questa
lunghissima muraglia
sono le porte,

necessarie
per permettere
il passaggio
delle numerose strade
che uscivano dalla città.

Ian A. Richmond,
presentando
il suo studio di
dottorato sulle Mura
nel 1930,

le ha divise
in tre categorie.

Quelle di prima classe
avevano
due fornici accoppiati,
erano affiancate da torri
con la fronte semicircolare

e forse erano sormontate
da una camera
per il transito dei soldati.

Quelle di seconda classe
erano simili,
ma con un solo fornice
e forse sormontate
da una semplice terrazza.

Le porte di terza classe,
anche chiamate
posterulae,
appaiono come grandi
portali aperti
lungo i tratti di mura,

usati
per un breve periodo,
quasi tutti presto murati.

Le torri delle porte
servivano anche
per salire
ai camminamenti
attraverso scale interne.

Le Mura di Roma

Le porte di prima classe
erano la Appia,
la Ostiense, la Portuense
e la Flaminia,

cioè quelle
attraverso le quali
passava
la maggior parte
del grande
traffico commerciale

e dalle quali
sarebbero passati
i trionfi
dei generali vittoriosi.

Le porte
di seconda classe
erano la Pinciana,
la Salaria, la Nomentana,
la Tiburtina, la Prenestina
e Labicana,

la Metronia, la Latina
e la Settimiana
della quale però
non è rimasta traccia
della forma antica.

Le posterulae
corrispondono
ai varchi posti
tra la Nomentana
e il Castro Pretorio,

a Porta Clausa
subito a sud
del Castro Pretorio,
al varco
tra la Tiburtina
e la Prenestina,

a Porta Asinaria,
e infine
alla Porta Ardeatina
tra l’Appia e la Ostiense.

Al contrario
delle altre posterulae,
la porta Asinaria
venne monumentalizzata
sotto l’imperatore Onorio

perché collegata
con la basilica
del Santo Salvatore
(S. Giovanni in Laterano),
costruita da Costantino.

Le Mura di Roma
Le Mura di Aureliano e Onorio / sovraintendenzaroma.it

I primi restauri

Le Mura di Roma
Nel corso del IV secolo
le Mura debbono
essere state sottoposte
a vari restauri
nelle parti meno resistenti,

cioè i merli
e alcuni tratti di cortine.

Secondo molti studiosi,
le cortine tipiche
di questa seconda fase
sono riconoscibili
perché composte
in opus vittatum,

con file alternate
di laterizi di recupero
e di blocchetti di tufo
più o meno regolari.

Massenzio
viene ritenuto
il maggiore responsabile
di questi restauri,

in particolare
dove le parti rifatte
sono comprese
tra i merli di Aureliano

e la successiva
sovrapposizione,
generalmente attribuita
all’epoca di Onorio.

La ristrutturazione
di Onorio e Stilicone

Le Mura di Roma
Dopo un secolo abbondante
passato nell’attesa
di un assedio mai arrivato,

con l’anno 401
tutte le Mura subiscono
un vistoso rinforzo
dei camminamenti
e delle torri,

insieme alla ricostruzione
delle porte.

Tre iscrizioni
collocate sulle porte
Portuense, Prenestina
e Tiburtina
attribuiscono a Onorio

– ma certamente
per l’iniziativa
del suo generale
in capo Stilicone –

questo imponente
intervento paragonabile
per impegno
alla prima fase.

Gli interventi maggiori
comprendono
il raddoppio dell’altezza
e la ristrutturazione
delle porte.

Una torre
che si trova
tra Porta Pinciana
e Porta Salaria,

compresa
tra Via Campania
e Corso d’Italia,

viene considerata
l’unico esempio
completo rimasto
di questa
trasformazione.

Gli accessi alle torri
erano protetti
da avancorpi,

spesso
comprendenti latrine
su mensoloni
di travertino
sporgenti
all’esterno delle mura.

Ora le torri mostrano
solo feritoie
nella parte inferiore,
anche ottenute
con la tamponatura
delle finestre precedenti,

mentre le finestre
per le catapulte
e le ballistae
si trovano
all’ultimo piano.

Le Mura di Roma

Le porte sono completate
da un recinto fortificato
dalla parte interna
alla città,

fornito
di un altro portone
e di accessi agli spalti
mediante scale
cui si accedeva
sempre dall’interno.

Nei secoli
tra il Rinascimento
e l’epoca moderna

tutte queste controporte
vengono rase al suolo
ad eccezione
di Porta Ostiense,

di cui si conserva
la ricostruzione
rinascimentale,

e di Porta Asinaria
di cui sopravvive
la base del recinto
perché rimasta
a lungo interrata.

Dopo Onorio

Le Mura di Roma
I secoli successivi
non mostrano
cambiamenti nella
struttura generale
delle Mura

ma numerosissimi restauri,
necessari per riparare
crolli delle cortine
e talvolta cedimenti
più seri,
soprattutto di alcune torri,

anche dovuti
agli attacchi subiti
nel corso di assedi
e scorrerie.

Le diverse
tecniche murarie
e i materiali usati,
sempre di recupero,

insieme a documenti
come il
Liber Pontificalis
e le targhe di marmo
con stemmi e iscrizioni

permettono di attribuire
gli interventi a papi
del primo Medio Evo
(Adriano I, Eugenio II,
Leone IV),

al Comune medievale
di Roma (XII-XIII secolo),
e a partire dal XV secolo
di nuovo
a una lunga successione
di pontefici.

Le Mura di Roma

Si deve a Niccolò V
la prima estesa
opera di ricostruzione,

necessaria per riparare
le distruzioni causate
dalle battaglie
dell’inizio del XV secolo,
condotte anche per mezzo
dell’artiglieria.

In occasione
del grande Giubileo
del 1450,

quasi tutti i tratti
delle Mura
furono oggetto
di restauri,

anche
con la ricostruzione
di intere torri
e di alcune controporte.

Rispetto all’epoca antica,
la principale differenza
all’esterno

è nella costruzione
di una scarpa
(bastione obliquo)
alla base delle torri,

spesso aggiunta
anche a molte torri
dell’epoca onoriana.

All’interno le camere
sono organizzate
in modo da ospitare
pezzi di artiglieria.

***

Le Mura di Roma
Dopo una serie
di limitati restauri
compiuti dai papi
tra ‘400 e ‘500,

Paolo III nel 1536
ordina ad
Antonio da Sangallo
di stendere
un grande progetto
di completa ricostruzione

secondo le tecniche
di difesa
bastionata alla moderna,

da condurre in parallelo
alla costruzione
di nuove mura
attorno al Borgo
e alla Basilica
del Vaticano,

commissionate
invece
a Michelangelo.

Queste ultime
saranno completate
nell’arco
di quasi mezzo secolo
dai successori,

mentre la ricostruzione
delle Aureliane
resta limitata
al Bastione Ardeatino,

un mirabile esempio
di arte militare
dal quale forse
non è mai stato sparato
nemmeno un colpo.

***

Già Pio IV,
a metà del secolo,

mostra
di non credere più
alla funzione militare
delle Mura,

trasformandole
nel supporto
di ingressi onorari
a lui dedicati:
Porta Pia
e Porta del Popolo,

commissionate
rispettivamente
a Michelangelo
e Nanni
di Baccio Bigio.

Tra l’età Barocca
e Moderna
si realizzano
nuovi restauri,

ma la funzione
delle Mura
come grande
opera difensiva
è sempre meno evidente,

come mostra
la decadenza
dei camminamenti
non più ripristinati

o l’inserimento
sulle Mura
di nuove infrastrutture,

come
l’Acquedotto Felice
voluto da Sisto V
nel 1585

o l’addossamento
interno
di edifici privati.

Il canto del cigno
delle Mura
come opera difensiva
avviene sotto Pio IX,

tra la Repubblica Romana
del 1848-49
e la Breccia di Porta Pia
del 1870,

che dimostra
l’inadeguatezza
della cortina
contro
le artiglierie moderne.

Con la consegna
alla giurisdizione
comunale di Roma,
nell’anno 1900,

le Mura diventano
formalmente
un bene storico
e archeologico,

ma questo non vale
a salvarne molti tratti
dall’abbattimento,

voluto per facilitare
i collegamenti
tra il centro storico
e la nuova
prima periferia
di Roma Capitale.

Infatti, molti
dei 7 chilometri perduti
sono stati rasati
o coperti
tra il 1873 e il 1930.

Carlo Persiani, «Nell’Urbe
c’è un monumento
lungo 19 chilometri», in
“L’Osservatore Romano”,
sabato 24 febbraio 2024,
p. 9.

Foto: Particolare
delle Mura Aureliane /
romeguide.it

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