Kazakhstan

Kazakhstan

Kazakhstan (traslitterato in russo), Kazakistan (in italiano)
è uno Stato dell’Asia centrale,
confinante a nord con la Russia, a Est con la Cina,
a sud con il Turkmenistan, l’Uzbekistan e il Kirghizistan
e a ovest con la Russia e il Mar Caspio.

Ufficialmente Repubblica del Kazakhstan,
ha come capitale Nur-Sultan, precedentemente nota come Astana.

Il Kazakhstan, ex repubblica dell’Unione Sovietica,
è stato l’ultimo Stato a dichiarare l’indipendenza
durante lo scioglimento dell’Unione Sovietica nel 1991.

Storia

La storia antica del Kazakhstan
è caratterizzata da un’assenza di fonti scritte sino al XV secolo,
risulta quindi fondamentale la ricerca archeologica per i periodi precedenti;
la ricerca però rimane carente per quelle informazioni
e le datazioni precise riscontrabili solo in testi scritti.

I Kazaki

Gli abitanti del Kazakhstan (Kazaki) si costituiscono in Stato intorno al 1470,
quando i sultani Janibek Khan e Kerei riescono a unificare
stirpi diverse di popolazioni seminomadi
in un’unica etnia nella parte sud-occidentale dell’attuale regione.

Nel XVI secolo si formano numerosi khanati
(territori su cui governa un Khan),
che controllano un vasto territorio dell’Asia centrale:
in particolare, il khanato di Bukhara, poi diventato emirato,
il khanato di Khiva e il khanato di Kokand,
situati tra il Mar Caspio e la valle del Ferghana,
attualmente divisa tra Tagikistan. Kirghizistan e Uzbekistan.

L’invasione dei Calmucchi distrugge il regno kazako.
A essa ne seguono altre dall’est, che imperversano,
nel territorio dell’Asia centrale, tra il XVII e il XVIII secolo.

Nonostante le invasioni, i khanati mantengono la loro influenza,
registrando un forte sviluppo sotto il governo di Quasim Khan.

Nel 1718, con la morte di Tywka, ultimo Khan dei Kazaki,
il potere passa nelle mani di Khan provenienti dalle steppe mongole.

L’influenza russa

La frammentazione del potere e la divisione delle tribù
agevola l’influenza russa sviluppatasi a partire dal 1781.
I diversi gruppi lottano per l’indipendenza,
ma sono duramente repressi
sino all’annessione all’impero russo tra il 1820 e il 1850.

Alla fine dell’annessione vi è un processo di russificazione del Paese
con un afflusso di contadini russi nelle nuove terre conquistate.

Con la dissoluzione dell’impero russo
e l’imminente “Rivoluzione d’Ottobre”,
molti territori sviluppano movimenti nazionalisti e indipendentisti.

Anche il Kazakhstan ha in questo periodo
un movimento nazionale di ispirazione islamica
denominato Alash Orda che proclama la propria indipendenza
(Autonomia di Alash) il 13 dicembre del 1917
e controlla parte del territorio sino al maggio del 1919.

Nel 1919 infatti il governo autonomo è deposto delle forze dell’Armata Bianca
(nome dato all’esercito controrivoluzionario russo,
formato in parte da sostenitori dello zar,
che combatterà contro l’Armata Rossa bolscevica,
nella Guerra civile russa dal 1918 al 1921.

I membri del governo si alleano perciò con le forze bolsceviche
che però, tra il 1919 ed il 1920 occupano la regione abitata dai Kazaki.

Nell’agosto del 1920 le forze bolsceviche
stabiliscono la Repubblica Socialista Sovietica Kazaka,
mettendo definitivamente fine al governo dell’Alash Orda.

Per il Kazakhstan inizia un periodo di scolarizzazione
e alfabetizzazione di massa, e di forte industrializzazione
connessa all’urbanizzazione del territorio, arido e selvaggio.

Nel 1920 parte del territorio si organizza in repubblica autonoma russa
e a partire dal 5 dicembre 1936 si trasforma
in Repubblica Socialista Sovietica, adottando gli attuali confini.
Il 26 marzo viene adottata la nuova bandiera di Stato
rossa con falce e martello in asta
e fascia azzurra orizzontale nella parte bassa.

L’indipendenza

Il 25 ottobre 1990 il Kazakhstan proclama la sua sovranità
e si dichiara indipendente dall’Unione Sovietica il 16 dicembre 1991,
aderendo alla Comunità Stati Indipendenti (CSI).

Lo stesso anno il parlamento elegge Nursultan Nazarbaev presidente assoluto.

Il 2 marzo 1992 il Kazakhstan aderisce all’Onu
e nel maggio dello stesso anno diviene membro dell’UNESCO.

Il 4 giugno 1992 adotta la nuova bandiera nazionale
di colore celeste con un sole raggiante
e un’aquila della steppa di colore giallo posti al centro.

Nel 1994 si svolgono nuove elezioni legislative,
che vedono vincitore il Partito d’Unità Nazionale
del presidente in carica.

Le contestazioni dell’opposizione provocano
un’invalidazione delle elezioni da parte della Corte Costituzionale
e una reazione del presidente Nazarbaev che scioglie il parlamento
attribuendosi per decreto il potere legislativo.

Il 30 agosto del 1995 viene adottata la nuova costituzione
che aumenta i poteri presidenziali;
nel dicembre dello stesso anno si svolgono nuove elezioni legislative
e vengono create due camere parlamentari: il Senato e il Màjilis.

Sempre nel 1995 viene istituito un referendum
per prorogare il mandato presidenziale sino al 2001,
rendendolo di fatto vitalizio.

Lo stesso anno viene firmato un trattato
con Uzbekistan e Kirghizistan
per l’istituzione d’uno spazio economico comune.

Nel 1997 il governo trasferisce la capitale ad Astana
(ribattezzata Nur-Sultan il 23 marzo 2019).
Precedentemente la capitale era Almaty,
la città più popolosa del Kazakhstan,
fino al 1993, denominata Alma-Ata.

Per completezza d’informazione occorre dire
che il Kazakhstan, come tutte le ex repubbliche sovietiche,
esclusi i Paesi Baltici, anche dopo aver ottenuto l’indipendenza,
è influenzato notevolmente dalla Russia
soprattutto in economia, ricerca militare, spaziale e missilistica
e per il fatto che la Russia è il suo maggior partner d’acquisto.

Rivolta kazaka del 2022

Il 2 gennaio 2022 scoppia la rivolta popolare sia nella capitale, Nur-Sultan,
sia in tutto il Paese, contro il governo kazako.

Le cause sono diverse: una crisi economica in tutto il Paese
(l’aumento dei prezzi sul consumo del gas energetico,
degli alimentari e della benzina per il trasporto);
l’autoritarismo da parte del governo e la corruzione di esso,
una brutalità poliziesca, accompagnata anche da una violazione
dei diritti umani da parte delle forze dell’ordine.

Il governo del primo ministro Asqar Mamm,
su ordine del presidente Qasym-Jomart Toqaev, si dimette.
La Russia invia le forze dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva
(OTSC) per sedare le sommosse: circa 3.000 paracadutisti.

Gli articoli che seguiranno
partiranno proprio da questa situazione di crisi,
per capirne le cause e lo sviluppo.

Foto: Mappa del Kazakhstan / it.wikipedi.org

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