I pesci
I pesci – Nelle due case di riposo,
dove prestavo il mio servizio religioso,
c’erano due ricchi acquari:
due vasti contenitori di vetro
pieni di acqua
con un continuo getto di ossigeno
e tanti pesciolini
di vario colore
che vi guizzavano,
passando tra sassi ed alghe
messi apposta per dare l’impressione
di un fondo marino.
Pesci di piccole dimensioni si rincorrevano,
salivano fin quasi alla superficie,
e poi si calavano al fondo
con un ritmo quasi incessante:
colori diversi di pesci
si univano ai vari colori
di sassi e di alghe
e davano un effetto piacevole
e rasserenante.
***
I pesci – È la vita dei pesci di un acquario:
è lo scopo di un acquario in una casa,
un ornamento che
con la sua vitalità
attira l’attenzione.
C’erano due anziani
che ogni tanto venivano a controllare
e ad assicurarsi che tutto andasse bene
e portavano anche delle briciole di pane
o altri residui di cibo
che servivano a mantenere
quei loro silenziosi amici.
***
I pesci – Ma tutto il mondo
non è forse un grande acquario
dove uomini, come pesci,
si rincorrono, si nascondono, si riproducono,
salgono e scendono senza una ragione,
senza un motivo e uno scopo preciso?
L’umanità non è forse
un vago assieme di esseri
che non sanno perché esistono
e cercano qua e là
qualche occasione
per sentirsi più vivi?
L’uomo, io, tu,
oggi,
non stiamo ripetendo gesti e parole
che poi restano vani e sterili,
non stiamo girando a vuoto
nel perimetro
del nostro acquario personale?
I pesci,
anche loro si fanno la guerra,
anche se non inventano armi,
ma sottostanno alla legge della natura
per cui il più grosso
divora il più piccolo:
anche loro si sfuggono,
si incontrano e si allontanano
mille e mille volte in un giorno.
***
Ma perché l’uomo
deve essere come questi animali,
perché deve costringersi
a chiudersi in un recinto
dove perdere ogni sua forza
e ogni sua iniziativa?
Perché l’uomo
deve rinunciare alla sua inventiva,
alla sua ragione, alla sua fantasia,
e ridursi soltanto a «tirar sera»
come si dice,
mentre potrebbe godere
le sue immense risorse?
Almeno i pesci
qualcuno li sta a guardare
e si sente felice,
come quel bambino
che segue con l’occhio e col dito
il veloce spostarsi di ciascuno di loro
nel suo acquario.
***
Ma noi, uomini,
qualcuno ci guarda,
qualcuno gode di noi?
Oggi, ieri, domani,
chi ha goduto,
chi godrà di me?
Non è il desiderio egoistico,
o la fame del successo
e della stima altrui:
è solamente la domanda più giusta
per la nostra vita.
Per chi, per che cosa si vive?
C’è un disegno,
un progetto, uno scopo?
C’è qualcuno che ama
e vuole la mia vita,
che mi segue
e per me pensa
pensieri di bontà e di gioia?
Forse, di qui
si arriva a scorgere il mistero di Dio,
la sua paterna bontà,
il suo amore eterno
per la sua creatura.
Foto: Chiesetta del lago artificiale
del Barbellino, Valbondione (BG) /
pinterest.it