Francesco Omelie 2013/3

Francesco Omelie 2013/3
Inizio del ministero petrino del vescovo di Roma
Piazza San Pietro, Martedì, 19 marzo 2013
Solennità di San Giuseppe

 

Francesco Omelie 2013/3
Cari fratelli e sorelle!

Ringrazio il Signore
di poter celebrare
questa Santa Messa
di inizio del ministero petrino
nella solennità di San Giuseppe,
sposo della Vergine Maria

e patrono
della Chiesa universale:
è una coincidenza
molto ricca di significato,

ed è anche l’onomastico
del mio venerato Predecessore:
gli siamo vicini con la preghiera,
piena di affetto e di riconoscenza.

Con affetto saluto i Fratelli
Cardinali e Vescovi,
i sacerdoti, i diaconi,
i religiosi e le religiose
e tutti i fedeli laici.

Ringrazio
per la loro presenza
i Rappresentanti
delle altre Chiese
e Comunità ecclesiali,

come pure i rappresentanti
della comunità ebraica
e di altre comunità religiose.

Rivolgo
il mio cordiale saluto
ai Capi di Stato
e di Governo,

alle Delegazioni ufficiali
di tanti Paesi del mondo
e al Corpo Diplomatico.

Francesco Omelie 2013/3

Abbiamo ascoltato
nel Vangelo che

«Giuseppe fece
come gli aveva ordinato
l’Angelo del Signore
e prese con sé la sua sposa»
(Mt 1,24).

In queste parole
è già racchiusa
la missione
che Dio affida a Giuseppe,
quella di essere custos,
custode.

***

Francesco Omelie 2013/3
Custode di chi?
Di Maria e di Gesù;

ma è una custodia
che si estende poi
alla Chiesa,
come ha sottolineato
il beato Giovanni Paolo II:

«San Giuseppe,
come ebbe
amorevole cura di Maria

e si dedicò
con gioioso impegno
all’educazione
di Gesù Cristo,

così custodisce e protegge
il suo mistico corpo,
la Chiesa, di cui
la Vergine Santa è figura
e modello» (Esort. ap.
Redemptoris Custos, 1).

Francesco omelie 2013/3

Come esercita Giuseppe
questa custodia?

Con discrezione, con umiltà,
nel silenzio,
ma con una presenza costante
e una fedeltà totale,
anche quando non comprende.

Dal matrimonio con Maria
fino all’episodio
di Gesù dodicenne
nel Tempio di Gerusalemme,
accompagna con premura
e tutto l’amore ogni momento.

È accanto a Maria sua sposa
nei momenti sereni
e in quelli difficili della vita,

nel viaggio a Betlemme
per il censimento
e nelle ore
trepidanti e gioiose
del parto;

nel momento drammatico
della fuga in Egitto
e nella ricerca affannosa
del figlio al Tempio;

e poi nella quotidianità
della casa di Nazaret,
nel laboratorio dove
ha insegnato il mestiere
a Gesù.

***

Francesco omelie 2013/3
Come vive Giuseppe
la sua vocazione
di custode di Maria,
di Gesù, della Chiesa?

Nella costante
attenzione a Dio,
aperto ai suoi segni,
disponibile
al suo progetto,
non tanto al proprio;

ed è quello
che Dio chiede a Davide,
come abbiamo ascoltato
nella prima Lettura:

Dio non desidera
una casa
costruita dall’uomo,
ma desidera
la fedeltà alla sua Parola,
al suo disegno;

ed è Dio stesso
che costruisce la casa,
ma di pietre vive
segnate dal suo Spirito.

E Giuseppe è “custode”,
perché sa ascoltare Dio,
si lascia guidare
dalla sua volontà,

e proprio per questo
è ancora più sensibile
alle persone
che gli sono affidate,
sa leggere con realismo
gli avvenimenti,

è attento
a ciò che lo circonda,
e sa prendere
le decisioni più sagge.

Francesco omelie 2013/3

In lui cari amici,
vediamo come si risponde
alla vocazione di Dio,
con disponibilità,
con prontezza,

ma vediamo anche
qual è il centro
della vocazione cristiana:
Cristo!

Custodiamo Cristo
nella nostra vita,
per custodire gli altri,
per custodire il creato!

***

Francesco omelie 2013/3
La vocazione del custodire,
però,
non riguarda solamente
noi cristiani,

ha una dimensione
che precede e che è
semplicemente umana,
riguarda tutti.

È il custodire
l’intero creato,
la bellezza del creato,

come ci viene detto
nel Libro della Genesi
e come ci ha mostrato
san Francesco d’Assisi:

è l’avere rispetto
per ogni creatura di Dio
e per l’ambiente
in cui viviamo.

È il custodire la gente,
l’aver cura di tutti,
di ogni persona,
con amore,

specialmente dei bambini,
dei vecchi, di coloro
che sono più fragili
e che spesso
sono nella periferia
del nostro cuore.

***

Francesco omelie 2013/3
È l’aver cura
l’uno dell’altro
nella famiglia:

i coniugi
si custodiscono reciprocamente,
poi come genitori
si prendono cura dei figli,
e col tempo anche i figli
diventano custodi dei genitori.

È il vivere con sincerità
le amicizie, che sono
un reciproco custodirsi
nella confidenza,
nel rispetto e nel bene.

In fondo,
tutto è affidato
alla custodia dell’uomo,
ed è una responsabilità
che ci riguarda tutti.
Siate custodi dei doni di Dio!

E quando l’uomo
viene meno
a questa responsabilità
di custodire,

quando
non ci prendiamo cura
del creato e dei fratelli,
allora trova spazio
la distruzione
e il cuore inaridisce.

In ogni epoca della storia,
purtroppo,
ci sono degli “Erode”
che tramano
disegni di morte,

distruggono e deturpano
il volto dell’uomo
e della donna.

Francesco omelie 2013/3

Vorrei chiedere,
per favore,
a tutti coloro che occupano
ruoli di responsabilità
in ambito economico,
politico o sociale,

a tutti gli uomini
e le donne
di buona volontà:

siamo “custodi”
della creazione,
del disegno di Dio
iscritto nella natura,

custodi dell’altro,
dell’ambiente;

non lasciamo
che segni di distruzione
e di morte
accompagnino il cammino
di questo nostro mondo!

***

Francesco omelie 2013/3
Ma per “custodire”
dobbiamo anche
avere cura di noi stessi!

Ricordiamo che l’odio,
l’invidia, la superbia
sporcano la vita!

Custodire vuol dire allora
vigilare sui nostri sentimenti,
sul nostro cuore,
perché è proprio da lì
che escono
le intenzioni buone e cattive:

quelle che costruiscono
e quelle che distruggono!

Non dobbiamo avere paura
della bontà,
anzi neanche della tenerezza!

Francesco omelie 2013/3

E qui aggiungo, allora,
un’ulteriore annotazione:
il prendersi cura,
il custodire
chiede bontà,

chiede di essere vissuto
con tenerezza.

Nei Vangeli,
san Giuseppe appare
come un uomo forte,
coraggioso, lavoratore,

ma nel suo animo emerge
una grande tenerezza,
che non è la virtù del debole,
anzi, al contrario,
denota fortezza d’animo

e capacità di attenzione,
di compassione,
di vera apertura all’altro,
capacità di amore.

Non dobbiamo avere timore
della bontà, della tenerezza!

***

Francesco omelie 2013/3
Oggi,
insieme con la festa
di san Giuseppe,

celebriamo l’inizio
del ministero
del nuovo Vescovo di Roma,
Successore di Pietro,
che comporta
anche un potere.

Certo,
Gesù Cristo ha dato
un potere a Pietro,
ma di quale potere
si tratta?

Alla triplice domanda
di Gesù a Pietro
sull’amore,
segue il triplice invito:
pasci i miei agnelli,
pasci le mie pecorelle.

Non dimentichiamo mai
che il vero potere
è il servizio

e che anche il Papa
per esercitare il potere
deve entrare sempre più
in quel servizio che ha
il suo vertice luminoso
sulla Croce;

deve guardare
al servizio umile,
concreto,
ricco di fede,
di san Giuseppe

e come lui
aprire le braccia
per custodire
tutto il Popolo di Dio

e accogliere
con affetto e tenerezza
l’intera umanità,

specie i più poveri,
i più deboli, i più piccoli,
quelli che Matteo descrive
nel giudizio finale
sulla carità:

chi ha fame, sete,
chi è straniero, nudo,
malato, in carcere
(cfr Mt 25,31-46).

Solo chi serve
con amore
sa custodire!

***

Francesco omelie 2013/3
Nella seconda Lettura,
san Paolo
parla di Abramo,

il quale «credette,
saldo nella speranza,
contro ogni speranza»
(Rm 4,18).

Saldo nella speranza,
contro ogni speranza!

Anche oggi
davanti a tanti tratti
di cielo grigio,
abbiamo bisogno
di vedere
la luce della speranza

e di dare a noi stessi
la speranza.

Custodire il creato,
ogni uomo ed ogni donna,
con uno sguardo
di tenerezza e amore,
è aprire
l’orizzonte della speranza,

è aprire
uno squarcio di luce
in mezzo a tante nubi,

è portare
il calore della speranza!

E per il credente,
per noi cristiani,
come Abramo,
come san Giuseppe,
la speranza che portiamo
ha l’orizzonte di Dio

che ci è stato aperto
in Cristo,
ed è fondata sulla roccia
che è Dio.

Francesco omelie 2013/3

Custodire Gesù con Maria,
custodire l’intera creazione,
e custodire ogni persona,
specie la più povera,
custodire noi stessi:

ecco un servizio
che il Vescovo di Roma
è chiamato a compiere,

ma a cui tutti
siamo chiamati
per far risplendere
la stella della speranza:

Custodiamo con amore
ciò che Dio ci ha donato!

Chiedo l’intercessione
della Vergine Maria,
di san Giuseppe,
dei santi Pietro e Paolo,
di san Francesco,

affinché lo Spirito Santo
accompagni il mio ministero,
e a voi tutti dico:
pregate per me!
Amen.

Foto: Papa Francesco
il 19 marzo 2013
durante la messa
per l’inizio del ministero petrino
Foto di Fczarnowski /
commons.wikimedia.org

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