Francesco Discorsi 2013/4

Francesco Discorsi 2013/4
Incontro con i rappresentanti delle Chiese
e delle Comunità Ecclesiali, e di altre Religioni
Sala Clementina
Mercoledì, 20 marzo 2013

 

Francesco Discorsi 2013/4
Cari fratelli e sorelle,

Prima di tutto
ringrazio di cuore
quello che il mio
Fratello Andrea

[n.d.r. il Patriarca
Ecumenico
Bartolomeo I]

ci ha detto.

Grazie tante!
Grazie tante!

Francesco Discorsi 2013/4

È motivo
di particolare gioia
incontrarmi
oggi con voi,

Delegati delle
Chiese Ortodosse,
delle Chiese
Ortodosse Orientali

e delle Comunità
ecclesiali
di Occidente.

Vi ringrazio
per avere voluto
prendere parte
alla celebrazione

che ha segnato
l’inizio del mio
ministero
di Vescovo di Roma
e Successore di Pietro.

Ieri mattina,
durante
la Santa Messa,
attraverso le
vostre persone

ho riconosciuto
spiritualmente
presenti le comunità
che rappresentate.

In questa
manifestazione di fede
mi è parso così
di vivere

in maniera ancor
più pressante

la preghiera
per l’unità
tra i credenti
in Cristo

e insieme
di vederne
in qualche modo
prefigurata
quella piena
realizzazione,

che dipende
dal piano di Dio
e dalla nostra leale
collaborazione.

***

Francesco Discorsi 2013/4
Inizio il mio
ministero apostolico
durante quest’anno

che il mio venerato
predecessore,
Benedetto XVI,

con intuizione
veramente ispirata,

ha proclamato
per la Chiesa cattolica
Anno della fede.

Con questa iniziativa,
che desidero continuare
e spero sia di stimolo
per il cammino
di fede di tutti,

egli ha voluto segnare
il 50° anniversario
dell’inizio del
Concilio Vaticano II,

proponendo una sorta
di pellegrinaggio
verso ciò che
per ogni cristiano
rappresenta l’essenziale:

il rapporto personale
e trasformante
con Gesù Cristo,
Figlio di Dio,
morto e risorto
per la nostra salvezza.

Proprio
nel desiderio
di annunciare
questo tesoro
perennemente
valido della fede

agli uomini
del nostro tempo,
risiede il cuore
del messaggio
conciliare.

Francesco Discorsi 2013/4

Insieme con voi
non posso dimenticare
quanto quel Concilio
abbia significato
per il cammino
ecumenico.

Mi piace ricordare
le parole
che il beato
Giovanni XXIII,

di cui ricorderemo
tra breve il 50°
della scomparsa,

pronunciò
nel memorabile
discorso
di inaugurazione:

«La Chiesa Cattolica
ritiene suo dovere
adoperarsi
attivamente

perché si compia
il grande mistero
di quell’unità
che Cristo Gesù

con ardentissime
preghiere
ha chiesto
al Padre Celeste
nell’imminenza
del suo sacrificio;

essa gode
di pace soavissima,

sapendo di essere
intimamente
unita a Cristo
in quelle preghiere»
(AAS 54 [1962], 793).

Questo
Papa Giovanni.

***

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Sì, cari fratelli
e sorelle in Cristo,
sentiamoci tutti
intimamente uniti
alla preghiera

del nostro Salvatore
nell’Ultima Cena,
alla sua invocazione:
ut unum sint.

Chiediamo
al Padre
misericordioso
di vivere
in pienezza
quella fede

che abbiamo
ricevuto in dono
nel giorno del
nostro Battesimo,

e di poterne dare
testimonianza libera,
gioiosa e coraggiosa.

Sarà questo il
nostro migliore
servizio
alla causa
dell’unità
tra i cristiani,

un servizio
di speranza

per un mondo
ancora segnato
da divisioni,
da contrasti
e da rivalità.

Più saremo fedeli
alla sua volontà,
nei pensieri,
nelle parole
e nelle opere,

e più
cammineremo
realmente
e sostanzialmente
verso l’unità.

Francesco Discorsi 2013/4

Da parte mia,
desidero assicurare,

sulla scia dei
miei Predecessori,

la ferma volontà
di proseguire
nel cammino
del dialogo
ecumenico

e ringrazio
sin d’ora il
Pontificio Consiglio
per la Promozione
dell’Unità dei Cristiani,

per l’aiuto che
continuerà ad offrire,
in mio nome,
per questa
nobilissima causa.

Vi chiedo,
cari fratelli
e sorelle,

di portare
il mio cordiale
saluto
e l’assicurazione
del mio ricordo
nel Signore Gesù

alle Chiese e
Comunità cristiane
che qui rappresentate,

e domando a voi
la carità di una
speciale preghiera
per la mia persona,

affinché
possa essere
un Pastore
secondo il cuore
di Cristo.

***

Francesco Discorsi 2013/4
Ed ora
mi rivolgo a voi
distinti rappresentanti
del popolo ebraico,

al quale ci lega
uno specialissimo
vincolo spirituale,

dal momento che,
come afferma il
Concilio Vaticano II,

«la Chiesa di Cristo
riconosce
che gli inizi
della sua fede
e della sua elezione
si trovano già,

secondo il mistero
divino della salvezza,

nei patriarchi,
in Mosè,
e nei profeti»
(Decr. Nostra aetate, 4).

Vi ringrazio
della vostra presenza
e confido che,
con l’aiuto
dell’Altissimo,

potremo proseguire
proficuamente
quel fraterno dialogo
che il Concilio
auspicava (cfr ibid.)

e che si è
effettivamente
realizzato,

portando
non pochi frutti,
specialmente
nel corso
degli ultimi decenni.

Francesco Discorsi 2013/4

Saluto poi
e ringrazio
cordialmente
tutti voi,

cari amici
appartenenti
ad altre
tradizioni religiose;

innanzitutto
i Musulmani,

che adorano
Dio unico,
vivente
e misericordioso,
e lo invocano
nella preghiera,

e voi tutti.

Apprezzo molto
la vostra presenza:

in essa vedo
un segno tangibile
della volontà
di crescere nella
stima reciproca e
nella cooperazione

per il bene comune
dell’umanità.

La Chiesa cattolica
è consapevole
dell’importanza

che ha la promozione
dell’amicizia
e del rispetto
tra uomini e donne
di diverse
tradizioni religiose

– questo
voglio ripeterlo:
promozione
dell’amicizia

e del rispetto
tra uomini
e donne di diverse
tradizioni religiose –

lo attesta anche
il prezioso lavoro
che svolge il
Pontificio Consiglio
per il Dialogo
Interreligioso.

Essa è
ugualmente
consapevole
della responsabilità

che tutti portiamo
verso questo
nostro mondo,
verso l’intero creato,
che dobbiamo
amare e custodire.

E noi possiamo
fare molto
per il bene di chi
è più povero,
di chi è debole
e di chi soffre,

per favorire
la giustizia,
per promuovere
la riconciliazione,
per costruire
la pace.

Ma, soprattutto,
dobbiamo
tenere viva
nel mondo
la sete
dell’assoluto,

non permettendo
che prevalga
una visione della
persona umana
ad una sola dimensione,

secondo cui l’uomo
si riduce
a ciò che produce
e a ciò che consuma:

è questa
una delle insidie
più pericolose
per il nostro tempo.

***

Francesco Discorsi 2013/4

Sappiamo
quanta violenza
abbia prodotto
nella storia recente

il tentativo di
eliminare Dio
e il divino
dall’orizzonte
dell’umanità,

e avvertiamo
il valore
di testimoniare
nelle nostre società

l’originaria apertura
alla trascendenza
che è insita
nel cuore dell’uomo.

In ciò,
sentiamo vicini
anche tutti
quegli uomini
e donne che,

pur non
riconoscendosi
appartenenti
ad alcuna
tradizione religiosa,

si sentono
tuttavia
in ricerca
della verità,
della bontà
e della bellezza,

questa verità,
bontà e bellezza
di Dio,

e che sono nostri
preziosi alleati
nell’impegno
a difesa
della dignità
dell’uomo,

nella costruzione
di una convivenza
pacifica
fra i popoli
e nel custodire
con cura il creato.

Cari amici,
grazie ancora
per la vostra
presenza.

A tutti vada
il mio cordiale
e fraterno saluto.

Foto: Papa Francesco
in uno dei suoi Discorsi /
vaticannews.va

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