Equi dentes inspicere donati
(Guardare i denti del caval donato)
Equi dentes inspicere donati. Va anzitutto precisato
che si tratta di una citazione latina di San Girolamo.
Questi, infatti, nel prologo al Commento alla Lettera agli Efesini
(Commentariorum in Epistolam Ad Ephesios, Prologus
[PL 26, 537-538 B]) riprende questo vulgare proverbium
«modo di dire popolare» a proposito dell’antipatico atteggiamento
di chi fa lo schizzinoso con ciò che gli viene donato
(noli de gratuito munere judicare):
l’immagine qui utilizzata è precisamente quella del cavallo
cui si guarda in bocca per desumerne l’età, quindi il valore.
Almeno concettualmente simile è il greco δῶρον δ’ ὅ τι δῷ τις, ἐπαίνει
«il dono che ti si dà, lodalo», che i paremiografi (raccoglitori di proverbi,
specialmente con riferimento alla letteratura greca e latina)
fanno derivare dall’oracolo che ammoniva Muscello a non sfidare
le decisioni degli dei, quando non voleva fondare la futura Crotone,
bensì una città nel luogo di Sibari.
Cf., fra l’altro, Zenob. Centuria III,42, in
Ernst von Leutsch, Friedrich Wilhelm Schneidewin (a cura di),
Corpus Paroemiographorum Graecorum, vol. I,
Apud Vandenhoeck et Ruprecht, Gottingae 1839, p. 67.
Va invece precisato che il passo dell’Epistola di Giacomo (1,17)
richiamato da Renhold Strømberg, Greek Proverbs, Gøteborg 1953, 60
(πᾶσα δόσις ἀγαθὴ καὶ πᾶν δώρημα τέλειον
«tutti i doni sono buoni, tutti i regali son perfetti») è tuttavia diverso:
lo scrivente infatti vuole asserire
che le tentazioni non vengono ad ogni modo da Dio,
ma dalla fallace concupiscenza umana,
perché tutto ciò che proviene da Dio è buono e perfetto.
Inoltre va rilevato che l’espressione
A caval donato non si guarda in bocca
è di uso comune in italiano
ma ha anche corrispondenti in diverse lingue europee
(dove la bocca si alterna con i denti):
particolarmente piacevole è il tedesco
Einem geschenkten Gaul schaut man nicht ins Maul,
data la paranomasia tra Gaul «ronzino» e Maul «bocca».
Invece un altro adagio tedesco suona
Einem geschenkten Barsch schaut man nicht in Arsch
(cioè: «a un barbo [una specie di pesce d’acqua dolce]
regalato non si guarda in culo»).
In ambito letterario, infine, il modo di dire
A caval donato non si guarda in bocca
è usato da Margherita nel Faust di Goethe
(prima parte, scena della passeggiata),
quando ritrova una misteriosa cassetta piena di preziosi.
(2. Fine)
Mia rielaborazione di “Equi dentes inspicere donati”, in Renzo Tosi,
Dizionario delle sentenze latine e greche, 1991, n. 1361, p. 612.
Foto: Cartolina dal mondo / archiportale.com