Deserti: come si formarono i deserti
Deserti – Tanto tempo fa,
la terra intera era verde e fresca
come una foglia appena spuntata.
C’erano mille ruscelli
che correvano tra l’erba.
Arance, mandorle, ciliegie,
datteri e melograni
crescevano insieme sullo stesso ramo.
Il leone giocava con l’agnello
e le tribù degli uomini vivevano in pace.
Essi non sapevano cosa fosse il male.
Come si formarono i deserti
Deserti – All’inizio dei tempi,
Allah aveva detto agli uomini:
«Questo giardino fiorito è tutto vostro,
e vostri sono i suoi frutti.
Badate però,
che ad ogni azione malvagia
io lascerò cadere sulla terra un granello di sabbia,
e un giorno gli alberi verdi e l’acqua fresca
potrebbero scomparire per non tornare mai più».
Come si formarono i deserti
Deserti – Per molto tempo
il suo monito venne obbedito e ricordato,
finché un giorno due uomini litigarono
a causa del possesso di un cammello.
Appena la prima parola cattiva fu pronunciata
Allah gettò al suolo un grano di sabbia,
così minuscolo e leggero che nessuno se ne accorse.
Ben presto alle parole seguirono i fatti,
mentre molti nuovi granelli di sabbia
si formarono e caddero.
Pertanto il piccolo mucchio di sabbia
cresceva lentamente.
Gli uomini, allora,
si fermarono a guardarlo, incuriositi.
«Cos’è questo?» chiesero ad Allah.
«È il frutto della vostra cattiveria», rispose Lui.
«Tutte le volte che agirete ingiustamente,
che alzerete la mano su un fratello,
o che mentirete e ingannerete,
un granellino si aggiungerà agli altri.
E chissà che un giorno la sabbia
non copra la terra intera».
Ma gli uomini si misero a ridere.
«Anche se fossimo i più perfidi fra i perfidi,
non basteranno milioni di milioni di anni
perché questa polvere leggera
riesca a farci del male.
E poi, chi può aver paura di un po’ di sabbia?».
Come si formarono i deserti
Deserti – Così gli uomini
ricominciarono a ingannarsi e a combattersi,
uno contro l’altro, tribù contro tribù.
Finché la sabbia seppellì i pascoli verdi e i campi,
cancellò il corso dei ruscelli
e spinse le bestie lontano in cerca di cibo.
In questo modo fu creato il deserto,
e da allora le tribù vagano tra le dune,
vivendo in tende,
aiutate solo dai cammelli
per i lunghi spostamenti,
e si portano nel cuore
l’immagine della terra perduta.
Anzi, perché non dimenticassero,
Allah volle che ogni tanto
si presentasse ai loro occhi l’immagine
delle piante e delle acque scomparse.
Per questo ogni tanto
chi cammina nel deserto,
vede cose che non ci sono,
tende le braccia per toccarle,
ma la visione subito svanisce.
Sono come i sogni ad occhi ad aperti
e la gente li chiama miraggi.
Solo dove gli uomini
hanno osservato le leggi di Allah
ci sono ancora palme verdi e sorgenti pulite.
E la sabbia non può cancellare queste cose,
ma le circonda come il mare fa con le isole.
I viaggiatori le chiamano oasi,
e là si fermano per trovare riposo e ristoro,
ricordando ogni volta
le parole di Allah alle tribù:
«Non trasformate il mio mondo fiorito
in un deserto infinito».
Il peccato rattrista la vita
Libero adattamento di
«Come si formarono i deserti» in
«Jesus “Yogin”. Dio nelle Religioni orientali».
«Gli “esempi” catechistici più belli»,
a cura di P. Pietro Righetto, Somasco. 1.
Edizioni Domenicane Italiane, pp. 9-10.
Foto: Deserto del Tassili n’Ajjer,
una parte del deserto del Sahara / viaggiamo.it