Chiesetta del Contrin

Chiesetta del Contrin

 

Chiesetta del Contrin – La chiesetta
del Contrin sorge nelle vicinanze
del rifugio del Contrin.

Storia del Rifugio del Contrin

Chiesetta del Contrin – Il rifugio
del Contrin, voluto e inaugurato
dall’Alpenverein di Norimberga
il 28 luglio 1897 (il Contrinhaus)
in alta val di Fassa,
ai piedi del vallone
che sale a Passo Ombretta,
era destinato agli escursionisti.

Durante il conflitto 1915-1918,
essendo sulla linea del fronte,
era stato occupato
dal comando austriaco
della guarnigione
a difesa della valle.

Il 6 settembre 1915,
un colpo di mortaio
lo rase al suolo.

L’ufficiale italiano che diresse
così magistralmente quel tiro
si chiamava Arturo Andreoletti:
comandante della zona
Serauta-Marmolada,
7° reggimento alpini,
btg. Val Cordevole.
Egli era un esperto alpinista
e perfetto conoscitore
di quelle montagne.

Al termine del conflitto
i ruderi del rifugio furono donati
dallo Stato italiano alla S.A.T
(società alpinisti trentini)
che provvide
ai primi lavori di ristrutturazione.

Nel 1921, a sua volta,
la S.A.T lo dona
all’Associazione Nazionale Alpini
(ANA, nata nel 1919
che fra i fondatori e primo Presidente
annovera quel tenente Andreoletti
che lo aveva bombardato),
la quale,
con radicale intervento,
lo rende funzionante
e lo inaugura con solenne cerimonia
il 15 luglio 1923.

***

Chiesetta del Contrin – Gli alpini bolognesi
del CAI (Club Alpino Italiano)
nell’estate 1928,
durante un’assemblea nazionale
tenuta al rifugio Contrin,
lanciarono l’idea
di costruire una chiesetta
dedicata ai “Caduti in guerra”
nelle vicinanze del Rifugio.
La proposta fu accettata
all’unanimità.

Gli Alpini si misero subito all’opera
e le patronesse si impegnarono
nella raccolta di fondi
per la costruzione.

Il 15 ottobre 1931
ebbe luogo la solenne inaugurazione.

Su proposta dell’ANA di Trento,
nel 1983, si celebrò qui il primo
“Pellegrinaggio nazionale al Contrin”;
un appuntamento
che si ripete ogni anno,
nel periodo giugno-luglio.

Chiesetta del Contrin

L’anfiteatro naturale
che va dall’Ombretta (m. 2.998)
alla Marmolada (m. 3.343,
al Gran Vernel (m. 3.210)
è un museo naturale all’aperto,
che lascia lo spettatore
stregato dalla magia delle cenge
e dei canaloni innevati,
delle cascate che animano le pareti
e della maestosa e austera verticale sud
della Marmolada, con i suoi 700 metri
che svettano verso il cielo.

Al resto ci pensa madre natura.
C’è una fioritura dove i rododendri
fanno la parte del leone,
ma non sono marginali
nemmeno le genzianelle
e una miriade
di stupendi cuscinetti multicolori.

Descrizione

Chiesetta al Contrin – È una costruzione
originale nella sua tersa semplicità
di linea perfettamente intonata
all’ambiente.

Al campanile
– sembra un torrione dolomitico,
architettonicamente stilizzato –
si addossa
un rustico portico aperto;
nel suo corpo massiccio
si è ricavata l’abside a volta.

Chiesetta del Contrin – istantidibellezza.it

Chiesetta del Contrin

«La piccola campana del Contrin,
fra sorrisi di alba rosata,
romperà
il dolce silenzio della montagna.
Risponderà così al concerto ideale
delle campane vicine
e delle campane lontane.
Gli scarponi e gli scarponcini
si raccoglieranno,
attorno alla chiesuola,
come a una “Messa al Campo”,
davanti alla maestà dell’Alpe
e più vicini a Dio».

Don Angelo Restelli

Foto: Chiesetta del Contrin /
it.wikiloc.com

Chiesetta del Contrin

Il Gruppo Alpino Novi Ligure,
nel suo sito
http://gruppoalpininoviligure.altervista.org
ha pubblicato una lettera
dell’architetto Bontadini
nella quale parla del suo progetto
di realizzare la Chiesetta del Contrin:

Milano, 29-XI-28-VII

Caro “Alpino”,
eccoti il disegno
per la Chiesetta al Contrin.
Non spaventarti che il disegno è grande
ma la chiesetta è piccola:
metri 7 di altezza alla Croce del Campanile.

Come vedi essa è costituita
da un muro campanario greggio,
che va restringendosi dal basso all’alto
per mezzo di contrafforti irregolari
come un torrione dolomitico
e che culminano in due rozzi pilastri
che sostengono l’armatura di legno
della campana.

In basso, nello spessore del muro,
è ricavala l’abside coll’altare.
La finestra di fondo dell’abside
verrà ornata da una vetrata artistica.
Davanti
vi è appoggiato un portico rustico.

Chiesetta del Contrin
Chiesetta del Contrin, sullo sfondo Cima Ombretta – minosmountain.wordpress.com

***

Chiesetta del Contrin – Bisognerà dedicarla
al Santo Patrono degli Alpini,
e siccome questo non c’è,
bisognerà inventarlo.
San Bernardo, Santa Alpino per eccellenza,
è già stato ipotecato dagli alpinisti
e non si può caricargli un’ altra carica.

Santi che percorsero le montagne
erano pure, se non erro,
San Teodulo, San Grato, San Gratignano.

Questi ultimi due
rispondono per il loro nome
a una qualità particolare degli Alpini,
specialmente degli attendenti,
ma tralasciando di fare dello spirito,
sarà bene che venga consultato a proposito
il “Dizionario agiografico”;
il campo è aperto alle proposte.

Chiesetta del Contrin

Converrà costruire la Chiesetta
vicino e a monte dei Rifugi,
in terreno non molto accidentato
perché molta gente
vi si possa comodamente
raccogliere intorno.

Vicino, o in giro,
si potrà creare il bosco di larici,
sacro alle più gloriose penne nere.

Si verrà a creare così
vicino ai nostri Rifugi,
un angolo religiosamente sereno,
fatto grande
dalle imponenti cime all’intorno
e dalla presenza in spirito
dei nostri Eroi,
dove gli alpinisti
prima delle loro audaci imprese,
potranno temprarsi e riposarsi,
mentre la loro mente sarà chiamata
ad elevarsi verso Dio
e verso coloro
che sono andati ad aggiungersi
ai Santi in Paradiso.

Tuo affezionatissimo BONTADINI.

***

Chiesetta del Contrin – Bravo Bontadini.
La chiesetta è ideata egregiamente.

Gli scarponi e le scarponcine
si raccoglieranno a messa
davanti all’Altare del Contrin;
il loro volto abbronzato dal sole,
si riempirà di lacrime buone
e l’anima loro
si riempirà ancora di ardore,
come un incensiere aureo di brace,
fumigante di profumi,
per ricordare i Martiri della Patria.

Le patronesse di Milano,
con a capo Donna Gina Origoni,
sono all’opera;
le patronesse di Bologna
per iniziativa della signora Manaresi
già raccolgono i fondi per la campana.
In fervore silenzioso di cuori.

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