Chiesetta al Passo San Pellegrino
Origini
Chiesetta al Passo San Pellegrino – Presso
il valico di San Pellegrino esisteva,
già nel 1358, un ospizio
per alloggiare pellegrini,
commercianti e quant’altri.
Aveva accanto una chiesa
con un altare in legno
intagliato e dipinto.
Storia
Chiesetta al Passo San Pellegrino – Le origini
di questo luogo-simbolo,
che ha dato il nome al passo medesimo,
risalgono al 14 giugno 1358,
quando il Comune di Moena donò
un terreno boschivo e prativo,
sulle pendici del monte Alloco,
a tale frate Gualtiero dell’ordine
di San Pellegrino delle Alpi.
Questi in breve realizzò un ostello,
con annessa una chiesa,
su quello che,
all’epoca delle crociate,
era considerato un importante valico
lungo la strada che dalla Germania
conduceva al porto di Venezia,
da cui partivano le navi
per la Terra santa.
Con l’ostello e la chiesa
crebbe una comunità di monaci.
La gestione
del complesso assistenziale
fu affidata ai Frati
dell’Ordine di San Pellegrino.
Accanto all’ospizio,
vi era una fossa comune,
in cui si seppellivano i viandanti
che morivano durante il viaggio.
Chiesetta al Passo San Pellegrino
Dopo il Concilio di Costanza,
nel 1420,
il complesso assistenziale
venne soppresso
e tutti i relativi beni
tornarono alla “Regola”
di Moena,
che da allora,
e fino agli Anni 1990
lo gestì direttamente,
attraverso un monaco laico,
nominato ogni quattro anni,
prima dalla “Regola”,
poi dal vescovo di Trento.
Il primo eletto
e confermato Priore
dell’ospitale fu un certo
Ser Nicolò Calzamata
di Gardena.
Il 23 settembre 1526
la chiesa dell’ospizio
venne riconsacrata a seguito
di un non meglio specificato
spargimento di sangue,
anche se si ipotizza
che tale fatto
possa essere collegato
alle guerre del 1487-1508
tra l’imperatore Massimiliano
e la Repubblica di Venezia,
il cui confine
si trovava a poca distanza.
***
Durante la prima guerra mondiale,
il 24 maggio 1915,
ospizio e chiesa bombardati
furono dati alle fiamme e distrutti
(si ricordi che, poco distante,
correva il confine
fra Regno d’Italia
e Impero austro-ungarico).
Nel 1934,
assieme alle molte baite
(“tabià”) dei dintorni,
la chiesetta fu ricostruita
nella forma attuale
e dedicata a…
E qui le fonti si dividono:
secondo don Grosselli e Giampiccolo,
a Sant’Antonio di Padova,
secondo don Enrico Conci
e Daniela Brovadan,
a San’Antonio Abate,
monaco del deserto.
Mi sembra più verosimile
la dedica a Sant’Antonio Abate
visto, non solo
la simbologia del deserto
e dell’asperità del Passo,
ma anche quella dell’ospitalità
dei monaci del deserto
e quella espletata
dal complesso assistenziale
del Passo San Pellegrino.
L’ostello, invece,
giace oggi in totale stato
di abbandono ed incuria,
con diversi episodi
di crolli
causati da pesanti nevicate.
Descrizione della chiesetta
Chiesetta al Passo San Pellegrino – La
chiesetta, con orientamento a est,
presenta la facciata
preceduta da un portico
stretto tra contrafforti in pietra
e rialzato su tre gradini,
sotto il quale si apre il portale
profilato in pietra.
Le murature
delle fiancate laterali
sono percorse in basso
da una zoccolatura continua;
trifore cuspidate si aprono
sui lati nord e sud.
Sul lato sinistro,
tra il presbiterio e la sacrestia,
si inserisce la struttura
del piccolo campanile
a quattro monofore,
terminante
con una copertura a piramide.
L’interno si sviluppa a aula unica
a pianta ottagonale irregolare,
sormontata
da una volta a padiglione.
Contiene alcuni dipinti
del pittore moenese
G.B. Chiocchetti (1843-1917).
Il presbiterio,
rialzato su tre gradini,
è delimitato
da una balaustra marmorea.
Foto: Chiesetta al Passo San Pellegrino,
foto di Syrio in it.m.wikimedia.org