Charlie Chaplin – “La corsa all’oro”
Una favola di Charlie Chaplin.
L’unica con lieto fine.
E l’indimenticabile danza dei panini?
Esemplare
Charlie Chaplin – Grande poeta
dell’umanità e dei sentimenti,
Chaplin manteneva sempre
una profonda tristezza
nel fondo delle sue opere.
La sua stessa biografia
dimostra come le cadute
nella vita di un uomo
possano essere più frequenti
dei trionfi: e ciò anche
dal punto di vista morale.
***
Charlie Chaplin – C’è tuttavia
un film nel quale
il consueto finale amaro,
che smorzava le risate
suscitate dalle gag precedenti,
è sostituito da un «lieto fine»
del tutto imprevisto.
Si tratta del celebre capolavoro
La corsa all’oro, realizzato nel 1925
in versione ovviamente muta,
ma sonorizzato poi nel 1942
con musiche
dello stesso Charlie Chaplin.
Charlie Chaplin
Grande metafora
del sogno americano,
il film presenta
tutti i grandi miti Usa:
quello della frontiera,
e quello del successo,
quello della lotta con la natura
e con l’umanità,
con la furia degli elementi
e con l’invidia del prossimo.
Una metafora, dunque,
ma semplice come una favola,
leggibile a più livelli,
dai bambini
come dagli intellettuali.
Chaplin vi lavorò
per 14 mesi,
e vi guadagnò
due milioni e mezzo
di dollari netti.
Alcune gag sono poi rimaste
nella storia quali esempi leggendari
di come sia possibile
far ridere e piangere
sfruttando pochi,
essenziali elementi:
la danza dei panini,
le scarpe cucinate
e divorate con gusto,
quasi fossero spaghetti
o un pollo.
Roberto Copello, «Telerama:
i film», in “Il Sabato”,
30 novembre – 6 dicembre 1985,
p. 28.
Foto: Locandina de
“La corsa all’oro” di Chaplin /
vintagecomics.forumcommunity.net