Castel Savoia
Dove si trova
Castel Savoia
(in francese Château Savoie)
si trova in località “Belvedere”
del comune
di Gressoney-Saint-Jean.
Siamo nella valle del Lys,
conosciuta anche
come Valle di Gressoney,
una delle vallate più a est
della Valle d’Aosta.
Il castello è posto
a 1440 m. di altitudine e,
dalla sua posizione,
si ha una bellissima vista
sulla Valle del Lys,
fino al ghiacciaio
del Lyskamm,
nel massiccio
del Monte Rosa.
Cenni storici
Castel Savoia nasce
come residenza estiva
della Regina Margherita
di Savoia.
La regina amava trascorrere
le proprie vacanze
in montagna
e fare escursioni.
A partire dal 1889,
soggiornò
per cinque stagioni estive
a Gressoney-Saint-Jean
presso Villa Margherita,
residenza del barone
Luigi Beck-Peccoz,
in quella che oggi
è diventata
il Municipio della città.
Con il barone la Regina
aveva in comune
la passione per l’alpinismo
e negli anni di soggiorno
presso la sua villa
realizzò alcune imprese
rimaste nella storia,
come l’essere stata
la prima donna
a scalare il Monte Rosa.
Il rifugio più alto d’Europa,
Capanna Regina Margherita
costruito sulla vetta
della Punta Gnifetti,
a 4554 metri di altitudine,
tra i ghiacciai del Monte Rosa
(inaugurato
il 18 agosto 1893)
porta questo nome
in suo onore.
È qui che,
osservando il panorama
alle prime luci del sole,
disse:
«Dinnanzi
a questa grandezza di monti
e a questa solenne
distesa di ghiacciai,
tace il dubbio misero
e la fede s’innalza
forte e vivace a Dio».
Nel 1894, però,
il barone
Luigi Beck-Peccoz
morì stroncato da un infarto
mentre si trovava
sul ghiacciaio del Grenz.
Questa fatalità
pose fine
alle scalate della sovrana,
che, però, non si allontanò
da Gressoney,
ma al contrario,
decise di costruire
una residenza estiva per sé
ai piedi del Colle
della Ranzola.
***
Castel Savoia – Dopo
alcune resistenze
di Umberto I,
che preferiva soggiornare
nel Castello di Sarre,
più comodo
per le sue lunghe
battute di caccia,
la regina la spuntò,
e ottenne il permesso
di realizzare a 1440 m
di altitudine
la sua dimora
di villeggiatura estiva.
Affidò il progetto
all’architetto
Enrico Stramucci
capo dell’Ufficio Tecnico
della Real Casa.
Questi, per rendere bene
l’idea dell’edificio,
prima di iniziare i lavori,
ne realizzò
un preciso modellino.
Castel Savoia
La posa
della prima pietra
avvenne
il 24 agosto 1899,
con la presenza
del re Umberto I.
Questi, però,
non poté mai vedere
l’opera compiuta
a causa
del suo assassinio
avvenuto a Monza
il 29 luglio 1900,
ad opera dell’anarchico
Gaetano Bresci
quattro anni prima
del suo completamento.
Il castello, infatti,
fu ultimato nel 1904,
in soli cinque anni
di lavoro,
supervisionato
personalmente dalla regina.
Margherita,
la prima regina
dell’Italia unita,
vedova e ormai relegata
alla sola funzione
di regina madre,
vi trascorse lunghi periodi
di villeggiatura fino al 1925,
ospitando illustri membri
della letteratura
di cui amava circondarsi:
tra cui
il poeta Giosuè Carducci,
e l’affezionato nipote,
il giovane principe
di Piemonte Umberto II.
***
Castel Savoia – Il
4 gennaio 1926,
la regina Margherita
moriva a Bordighera.
Le sue spoglie riposano
nel Pantheon di Roma.
Conseguentemente
Castel Savoia
rimase chiuso
per alcuni anni.
Il figlio
Vittorio Emanuele III
che non aveva
particolare interesse
per il castello
nel 1936, lo vendette
all’imprenditore milanese
Ettore Moretti,
che lo mantenne
quasi intatto.
I suoi eredi,
a loro volta,
nel 1981,
lo vendettero alla
regione autonoma
Valle d’Aosta,
che ne è tuttora
proprietaria.
Esterno
Castel Savoia – L’edificio,
pur fregiandosi
del nome di «castello»,
in realtà,
è una grande villa
a tre piani.
È un capolavoro
di architettura eclettica,
che combina
elementi medievali
e neogotici.
La fusione di stili
fu una precisa richiesta
della regina Margherita
che seguì personalmente
i lavori di edificazione.
L’edificio
fu progettato e realizzato
in stile medioevale
descritto come
“stile lombardo
del secolo XV”,
assai in uso nella Francia
e nella Savoia,
regione d’origine
dei sovrani regnanti.
Castel Savoia
Costituito
da un nucleo centrale,
affiancato
da cinque torrette
tutte diverse tra loro,
sia nell’aspetto
che nell’altezza,
di cui una ottagonale
è dotato
di numerose finestre,
bifore e trifore.
A dare un aspetto
che possa ricordare
i castelli medioevali,
contribuisce
il rivestimento esterno,
costituito
da pietre da taglio grigie
provenienti dalla cave
di Chiappey
a Gressoney,
di Gaby e di Vert.
Se,
nell’aspetto esteriore,
l’edificio imita
una reggia medievale,
con le sue curiose torrette,
gli interni
sono tutt’altro che medievali.
Interno
Castel Savoia
Dal portone d’ingresso
si accede
ad un grande atrio
caratterizzato da grossi pilastri
di pietra locale
con capitelli scolpiti.
Le cinque porte in legno
che si aprono
sulle due esedre,
sono riccamente decorate.
Il soffitto
è a cassettoni
in legno,
Si ripetono qui,
come in altre stanze
della dimora,
il simbolo della margherita,
in onore della regina,
il motto “Fert”
e il Nodo sabaudo.
Più volte, infatti,
si vedono
gli stemmi dei Savoia,
doppi, in questo caso,
perché la regina Margherita
era già una Savoia
prima di sposarsi.
Su tutto campeggia
il “blu Savoia”,
colore di Casa Savoia,
poi divenuto
il colore nazionale italiano:
oggi, infatti, le maglie
delle squadre sportive italiane
sono ancora azzurre
o blu Savoia.
Nell’atrio, inoltre
è possibile osservare
un altare smontabile usato
per la celebrazione delle Messe
durante i soggiorni
della Sovrana a Gressoney.
Castel Savoia
Si visita poi
la sala da pranzo,
con l’ampio camino,
arredata
con un grande tavolo.
C’è anche un piccolo angolo,
ad ovest, chiamato “Office”.
Questo serviva
per riscaldare i piatti
che provenivano dalla cucina.
Per riscaldare la stanza, invece,
c’è un grande camino in pietra
decorato con elementi gotici.
Una grande architrave
sul camino
porta la data del 1904,
a testimonianza
della costruzione del castello.
Degli arredi originari
della sala da pranzo
rimane oggi
solo il grande tavolo.
Questo ha la particolarità
di essere allungabile
fino ad ospitare
ben trenta coperti.
Un moderno sistema
di chiamata a distanza
consentiva ai commensali
di gustare il proprio pranzo
senza essere disturbati
dalla servitù,
che interveniva solo
in caso di bisogno.
Tutte le pareti
sono rivestite in legno
con intagli a pergamena
in stile neogotico.
Il percorso si sviluppa poi
attraverso salottini
di soggiorno,
con i sedili ritagliati
nel vano delle finestre,
dove la Regina
e le sue dame
si sedevano a leggere.
Castel Savoia
Si accede poi
a una grande veranda
che circonda quasi interamente
la torre nord orientale
di Castel Savoia.
Le sue sette grandi finestre
regalano un panorama
davvero unico
sul verde circostante
e sulle montagne vicine
Era utilizzato prevalentemente
durante le giornate estive.
Originariamente era arredato
con numerose sedie,
poltroncine e tavolini
in materiale naturale
(giunco, midollino o canna).
La veranda
fu assemblata
interamente nel 1903,
ed è composta
da legno di larice.
Il salone d’onore
Castel Savoia – Questo era
la sala di rappresentanza,
utilizzata anche
per l’ascolto della musica.
Non a caso sopra un
grande tappeto orientale
era posizionato
un pianoforte a mezza coda.
Gli arredi originali
ancora presenti
sono davvero pochi,
ma si sono conservati
perfettamente,
come il biliardo
al centro della stanza.
Oltre al tavolo da gioco
è presente una libreria
in legno massello,
e una panca doble-face
dallo schienale mobile,
che consentiva di rivolgersi
verso il caldo del camino,
oppure seguire
l’azione dei giocatori.
Il salone d’onore
è arricchito da
un elegante
e maestoso scalone
in “legno di rovere scelto”,
disegnato dall’ebanista
della casa reale,
Michele Dellera.
Lo scalone è realizzato
a doppia elica ricurva
con pannelli intagliati
con grifoni e aquile,
intrecci di fiori e foglie
sul corrimano e,
alla base della prima rampa,
due leoni alati
con lo stemma Savoia
sul petto.
Attraverso questo scalone,
si accede
al “Piano Nobile”,
che alloggia
gli appartamenti reali.
Per i visitatori, invece,
l’accesso al piano nobile,
avviene oggi attraverso
una scala a chiocciola
in pietra,
che conduce
dal seminterrato
fino all’ultimo piano,
ricavata all’interno
della torre di guardia.
Questa ospita
un terrazzo coperto,
caratterizzato da una
copertura a cuspide
con abbaini
che garantivano la vista
ai Carabinieri Reali
su tutta la proprietà.
Castel Savoia
A fianco
del salone d’onore,
c’è il piccolo studio
della marchesa
di Villamarina,
Paola Pes,
dama d’onore
della regina Margherita,
per oltre trent’anni.
La posizione dello studio
è privilegiata: qui, infatti
c’è una finestra
che si affaccia
sul Monte Rosa,
e per ammirarlo al meglio
la marchesa poteva sedersi
su un grande seggio
in legno di noce.
Il piano interrato
era adibito a cantina.
Castel Savoia
Salendo al primo piano,
il “Piano nobile”,
si arriva alla Sala centrale.
un atrio sul cui soffitto
si legge l’iscrizione augurale
“Hic manebimus optime”.
Questo spazio
è quello a cui si arriva
percorrendo anche
lo Scalone
(non accessibile
ai visitatori).
Ai lati dello scalone
sono disposte
due balconate dalle quali
si può ammirare
la scala sottostante.
Nella sala centrale
ci sono anche
oggetti curiosi
come la slitta in legno
a più posti,
su cui le dame
si sedevano di lato.
Il piano nobile ospita
gli appartamenti privati
della regina Margherita,
del figlio,
Vittorio Emanuele III,
della nuora,
la regina Elena
e del nipote Umberto II.
Una stanza era riservata
alla marchesa Paola Pes
di Villamarina.
Nella stanza riservata
al padre spirituale
che seguiva i reali
nelle villeggiature
a Gressoney,
sono esposte
diverse fotografie
che ritraggono la Regina
ed il suo entourage
durante i momenti di svago
in montagna.
Camera da letto
Castel Savoia
Successivamente
si accede
alla camera da letto
della Regina Margherita.
La stanza è caratterizzata
da una tappezzeria in seta
con il disegno
a doppi nodi dei Savoia,
prodotta nel 1903
nell’opificio Pasquina
a Settimo Torinese.
Anche in questa stanza
c’è la mano
dell’intagliatore torinese
Michele Dellera,
che si occupato di scolpire
due intagli lignei
nel soffitto a cassettoni.
In particolare ha realizzato
le iniziali della regina
sopra il letto
e il suo stemma
posizionato al centro
della sala.
Purtroppo non sono presenti
i mobili originali
utilizzati dalla regina,
perché tutti
i suoi effetti personali
sono stati trasferiti
dopo la sua morte,
avvenuta nel 1926.
Bagno
Castel Savoia
Dalla camera da letto
si accede al gabinetto,
ovvero il bagno
e la toeletta
della regina Margherita.
Questo, per i tempi
d’inizio novecento,
è un bagno
super accessoriato
e dotato
di tutti i comfort.
È presente un lavabo
a bacinella
e una vasca da bagno,
realizzata su misura.
Entrambi sono dotati
di acqua corrente,
che arrivava anche riscaldata.
In un piccolo vano
a sinistra della vasca
è ospitato il WC.
La tappezzeria
a quadri di tela
che corre lungo
tutti i muri del gabinetto
è quella originaria,
così come lo sono
il rivestimento
a doghe della vasca
e il mobile ad angolo
appositamente realizzati
per questo spazio.
Studio
Castel Savoia
Dalla camera da letto
della regina,
ci si può affacciare
sul suo studio.
Questo ambiente intimo
è estremamente luminoso,
grazie al fatto
che è ricavato
nella torre circolare
che punta verso nord.
Era qui che la regina,
contemplando il panorama
verso il Monte Rosa,
amava scrivere
le sue lettere
e le sua poesie.
Le pareti dello studio
sono dipinte
a trompe-l’oeil
e riproducono i motivi di
una stoffa quattrocentesca.
Lo scrittoio,
in legno di noce,
è originale,
ed è dotato
di guarniture
in ferro battuto.
Castel Savoia
La stanza attigua
a quella della Regina,
era riservata
al principe ereditario
Umberto II.
Prima di concludere
la visita a Castel Savoia
è possibile vistare
la camera da letto
della marchesa
di Villamarina.
Nelle intenzioni
dell’architetto
Emilio Stramucci,
questa stanza
era destinata
al re Umberto I.
È, infatti, speculare
a quella creata per la regina.
Re Umberto I
fu però assassinato
nel 1900 e la stanza
fu quindi assegnata
alla marchesa
di Villamarina.
Siccome anche qui
gli arredi originari
furono portati via,
la stanza è stata riallestita
con una mostra fotografica
che testimonia la vita
da alpinista della regina
e le sue escursioni
nella valle di Gressoney.
Al centro della camera
è presente anche
un plastico che mostra
le formazioni rocciose
delle montagne circostanti.
Castel Savoia
Il secondo piano,
(non visitabile),
era riservato alla corte,
ospiti e servitù.
Due importanti artisti
si sono occupati
della decorazione del castello:
l’intagliatore torinese
Michele Dellera
fornitore della Real Casa,
per ciò che riguarda
gli arredi
le boiseries delle pareti,
i soffitti lignei a cassettoni;
e il giovane pittore
e restauratore
Carlo Cussetti,
in seguito attivo nell’ala nuova
del Palazzo Reale di Torino.
per ciò che riguarda
dipinti murali, i disegni
delle tappezzerie
in tessuto di lino e seta,
decorate ad effetto chiné
e delle vetrate dipinte.
Motivi ricorrenti
nella decorazione
sono lo stemma dei Savoia,
le iniziali
della Regina Margherita
e del Re Umberto I,
il motto di casa Savoia
(Fert)
e quello personale
della regina Margherita:
“Sempre avanti!”.
Curiosità del castello
Castel Savoia
Una particolarità
del castello
è l’assenza delle cucine,
che la regina volle ubicate
in un edificio separato
a 30 metri circa
dal corpo principale
della residenza,
perché non voleva
essere disturbata
dagli odori
e dai rumori.
Qui dal 1981
sono ospitati
la biglietteria
e i servizi igienici
per i visitatori.
Il collegamento con le cucine
era garantito da una
una galleria sotterranea
costruita in pietre a vista
(chiusa al pubblico),
con un doppio binario
Decauville.
Le pietanze
venivano trasportate
con dei carrelli elettrici
chiusi ermeticamente
fino a un ascensore interno
e tramite questo arrivavano
alla sala da pranzo
del castello.
Un’altra peculiarità
di Castel Savoia
è la sua modernità.
Oltre
un doppio binario
Decauville,
sul quale carrelli elettrici
trasportavano le vivande,
c’era, appunto,
la corrente elettrica.
Anzi, la regina
aveva una piccola
centrale idroelettrica
di proprietà.
Il castello era riscaldato
con termosifoni in ghisa
alimentati
da una caldaia a legna.
Infine, il castello era dotato
di linea telefonica utilizzabile
non solo dai Savoia,
ma anche
dai Carabinieri Reali.
Castel Savoia
Alcune foto ritraggono
la regina Margherita
nel tradizionale costume walser
durante i suoi periodi
di villeggiatura
nella valle di Gressoney.
I Walser, popolazione
di origine germanica,
nel Medioevo,
lasciò il Vallese
per spingersi a sud,
sul versante italiano
del Monte Rosa.
Il nome di questa popolazione
sta proprio ad indicare
la provenienza:
Walser è la contrazione
di Walliser,
ovvero Vallesiano,
lo svizzero
Canton Vallese.
Le ipotesi sulle motivazioni
che spinsero questi popoli
a iniziare questo flusso migratorio
sono ancora tante,
fatto sta che nel giro di anni,
tra le vallate e i monti
di Valle d’Aosta,
Piemonte e Svizzera,
fondarono le proprie comunità.
Gressoney è una di queste
dove, ancora oggi,
a distanza di secoli,
lo spirito walser
continua a vivere
attraverso usi e costumi
mantenuti inalterati nel tempo.
Come la lingua germanica,
il «titsch», parlata ancora
da qualche gressonaro
che vanta il «sangue walser»,
o il tipico costume
per le signore
fatto di corpetto nero
decorato con ricami dorati
e una gonna rossa
(porpora per le vedove)
indossato,
ancora oggi,
per le ricorrenze
più importanti.
Nel 2012, poi,
il castel Savoia
fu il luogo
dove fu girato il film
“Il peggior Natale
della mia vita”.
Cosa vedere nei dintorni
Castel Savoia – La
meridiana sulla facciata,
realizzata nel 1922,
riporta la scritta:
”Sit patriae aurea quaevis”
(“Ogni ora sia d’oro
per la patria”),
le stesse parole
che compaiono
su un orologio solare
del 1915 a Cogne.
Giardino botanico
Castel Savoia
Il castello è circondato
da un ampio parco
che ospita
una piccola pineta
e un giardino botanico
ai piedi dell’edificio.
Il giardino botanico,
creato nel 1990,
a quasi cent’anni
dalla costruzione
del castello,
di proprietà comunale,
è gestito dalla
Stazione Forestale
di Gressoney-Saint-Jean.
Si estende
su una superficie
di circa 1000 mq.
Presenta ibridi e cultivar
di piante ornamentali
o di particolare
interesse estetico
provenienti da varie
parti del mondo.
Tra le specie presenti
ci sono:
Aquilegia alpina,
Arnica montana,
Epilobium angustifolium,
Leontopodium alpinum,
Lilium martagon,
Rhododendron ferrugineum,
Saxifraga,
Il Sempervivum arachnoideum,
Sempervivum montanum,
e Trollius europaeus.
Tra tutte, però,
spicca la
“Reine Marguerite d’Italie”,
una specie di rosa
dal color rosso carminio
creata appositamente
da un botanico belga
in onore della regina,
nel 1904.
Villa Belvedere e
Romitaggio Carducci
Castel Savoia – Collegate
dal viale d’accesso
al castello,
vi sono anche
due strutture abitative.
Una è la “Villa Belvedere”,
adibita a foresteria
e alloggio per i custodi,
la servitù e
i carabinieri reali di scorta,
la cui proprietà
oggi appartiene
ai Padri Gesuiti
dell’Istituto Leone XIII
di Milano.
Poco distante si trova
la casetta nota come
“Romitaggio Carducci”,
dedicata al poeta
che qui vi soggiornò,
nel 1906.
Castel Savoia
Dal castello parte una
bella e facile passeggiata,
chiamata la
“Passeggiata della Regina”.
È il sentiero
che percorreva la regina,
partendo dal suo castello
fino alla frazione Tschemenoal.
La passeggiata è lunga
circa 3 km,
con un dislivello
di circa 132 metri.
Il primo tratto di sentiero
porta al Lago Gover,
un lago di origine artificiale,
a pochi passi dal centro storico
di Gressoney-Saint-Jean.
Seguendo invece
il segnavia n° 15,
il sentiero prosegue
fino a raggiungere
la frazione Tschemenoal
che si trova a due km circa
oltre Gressoney-Saint-Jean.
Foto di apertura: Castel Savoia
visto dall’alto / lovevda.it