Benedetto XVI visto da Tornielli

Benedetto XVI visto da Tornielli
«Dio è amore», la chiave del pontificato

 

Benedetto XVI visto da Tornielli – Era dal 1417
che la morte di un (ex) Papa
non significava la fine di un pontificato.

La scomparsa di Benedetto XVI,
al secolo Joseph Ratzinger, è avvenuta
oggi in Vaticano, a quasi dieci anni
di distanza dalla rinuncia
da lui annunciata a sorpresa l’11 febbraio 2013,
con la lettura di una breve dichiarazione in latino
davanti agli attoniti cardinali.

Mai in due millenni di storia della Chiesa
un Papa aveva lasciato la Cattedra
perché si sentiva inadeguato fisicamente
a reggere il peso del pontificato.

Del resto,
in una risposta data al giornalista Peter Seewald,
nel libro-intervista «Luce del mondo»
pubblicato tre anni prima,
aveva in qualche modo anticipato:

«Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza
di non essere più in grado fisicamente, mentalmente
e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli,
allora ha il diritto
e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi».

Nonostante l’epilogo del suo regno
sia stato anticipato rispetto alla fine della sua vita,
costituendo un precedente storico di enorme portata,
sarebbe davvero ingeneroso
ricordare Benedetto XVI soltanto per questo.

Benedetto XVI visto da Tornielli
«Teen ager» teologico al Concilio

Benedetto XVI visto da Tornielli – Classe 1927,
figlio di un gendarme,
nato in una famiglia semplice
e cattolicissima della Baviera,
Joseph Ratzinger è stato un protagonista della Chiesa
dell’ultimo secolo.

Ordinato prete insieme al fratello Georg nel 1951,
diventa dottore in teologia due anni dopo
e nel 1957 ottiene l’abilitazione all’insegnamento
come professore di teologia dogmatica.
Insegna a Frisinga, Bonn, Münster,
Tubinga e infine Ratisbona.

Con lui scompare l’ultimo dei Pontefici
coinvolti personalmente
nei lavori del Concilio Vaticano II.

Da giovanissimo e già stimato teologo,
Ratzinger aveva seguito da vicino l’assise
come perito del cardinale Frings di Colonia,
vicino all’ala riformatrice.

È tra coloro che criticano fortemente
gli schemi preparatori
approntati dalla Curia romana,
poi spazzati via per decisione dei vescovi.

Per il giovane teologo Ratzinger, i testi
«dovrebbero dare risposte alle questioni più urgenti
e dovrebbero farlo, per quanto possibile,
non giudicando e condannando,
ma usando un linguaggio materno».

Ratzinger esalta la riforma liturgica in arrivo
e i motivi della sua provvidenziale ineluttabilità.
Dice che per ritrovare la vera natura della liturgia
occorreva «forzare il muro del latino».

Benedetto XVI visto da Tornielli
Custode della fede con Wojtyla

Benedetto XVI visto da Tornielli – Ma Ratzinger
è testimone diretto anche della crisi post-conciliare,
della contestazione nelle università
e nelle facoltà teologiche.

Assiste alla messa in discussione
di verità essenziali della fede
e della sperimentazione selvaggia
in ambito liturgico.

Già nel 1966,
un anno dopo la fine del Concilio,
dice di veder avanzare un «cristianesimo
a prezzi ribassati».

Paolo VI nel 1977
lo nomina appena cinquantenne
arcivescovo di Monaco
e poche settimane dopo lo crea cardinale.

Giovanni Paolo II gli affida,
nel novembre dell’81 la guida
della Congregazione per la Dottrina della Fede.

È l’inizio di un sodalizio forte
tra il Papa polacco e il teologo bavarese,
destinato a sciogliersi soltanto
con la morte di Wojtyla,
che fino all’ultimo rifiuterà le dimissioni di Ratzinger,
non volendo privarsene.

Sono gli anni in cui l’ex Sant’Uffizio
mette i puntini sulle «i» in tante materie:
frena la Teologia della Liberazione
che utilizza l’analisi marxista
e prende posizione di fronte
all’emergere di grandi problemi etici.

L’opera più importante è certamente
il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica,
un lavoro durato sei anni,
che vede la luce nel 1992.

Benedetto XVI visto da Tornielli
«Umile lavoratore nella vigna»

Benedetto XVI visto da Tornielli – Dopo la morte
di Wojtyla, il conclave del 2005
chiama a succedergli
in meno di 24 ore
un uomo già anziano – ha 78 anni –
universalmente stimato
e rispettato anche dagli avversari.

Dalla loggia della Basilica di San Pietro,
Benedetto XVI si presenta come
«un umile lavoratore nella vigna del Signore».

Alieno da qualsiasi protagonismo,
dice di non avere «programmi»,
ma di volersi mettere «in ascolto,
con tutta quanta la Chiesa,
della parola e della volontà del Signore».

Benedetto XVI visto da Tornielli
Auschwitz e Ratisbona

Benedetto XVI visto da Tornielli – Inizialmente schivo,
non rinuncia ai viaggi:
anche il suo sarà un pontificato itinerante
come quello del predecessore.

Tra i momenti più toccanti,
la visita ad Auschwitz nel maggio 2006,
con il Papa tedesco che dice:

«In un luogo come questo
vengono meno le parole,
in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio
– un silenzio che è un interiore grido verso Dio:
Perché hai potuto tollerare tutto questo?».

Il 2006 è anche l’anno del caso Ratisbona,
quando un’antica frase su Maometto
che il Pontefice cita senza farla propria
nell’università in cui fu insegnante,
viene strumentalizzata
e scatena proteste nel mondo islamico.

Da allora
il Papa moltiplicherà i segni di attenzione
verso i musulmani.

Benedetto XVI affronta viaggi difficili,
si confronta con la secolarizzazione galoppante
delle società scristianizzate
e il dissenso interno alla Chiesa.

Celebra il suo compleanno alla Casa Bianca,
insieme a George Bush jr
e qualche giorno dopo, il 20 aprile 2008,
prega a Ground Zero
abbracciando i parenti delle vittime dell’11 settembre.

Benedetto XVI visto da Tornielli
L’enciclica sull’amore di Dio

Benedetto XVI visto da Tornielli – Anche se
da Prefetto dell’ex Sant’Uffizio
era spesso stato bollato come «panzer-kardinal»,
da Papa parla in continuazione
della «gioia dell’essere cristiani»,
e dedica la sua prima enciclica
all’amore di Dio, «Deus caritas est».

«All’inizio dell’essere cristiano – scrive –
non c’è una decisione etica o una grande idea,
bensì l’incontro con un avvenimento,
con una Persona».

Trova il tempo anche per scrivere
un libro su Gesù di Nazaret,
un’opera unica che sarà pubblicata in tre tomi.

Tra le decisioni da ricordare
ci sono il Motu proprio
che liberalizza il messale romano preconciliare
e l’istituzione di un Ordinariato al fine di permettere
il ritorno alla comunione con Roma
delle comunità anglicane.

Nel gennaio 2009
il Papa decide di revocare la scomunica
ai quattro vescovi ordinati illecitamente
da monsignor Marcel Lefebvre,
tra loro c’è anche Richard Williamson,
negazionista sulle camere a gas.

Esplodono le polemiche nel mondo ebraico,
il Papa prende carta e penna
e scrive ai vescovi di tutto il mondo
assumendosi ogni responsabilità.

Benedetto XVI visto da Tornielli
La risposta agli scandali

Benedetto XVI visto da Tornielli – Gli ultimi anni
sono segnati dal riesplodere
dello scandalo pedofilia e da Vatileaks,
la fuga di documenti sottratti
dalla scrivania papale
e pubblicati in un libro.

Benedetto XVI è determinato e duro
nell’affrontare il problema
della «sporcizia» interna alla Chiesa.
Introduce regole severissime
contro gli abusi sui minori,
chiede alla Curia e ai vescovi
di cambiare mentalità.

Arriva a dire
che la persecuzione più grave per la Chiesa
non arriva dai suoi nemici esterni,
ma dal peccato all’interno di essa.

Un’altra importante riforma
è quella finanziaria:
è Papa Ratzinger a introdurre in Vaticano
le norme antiriciclaggio.

Benedetto XVI visto da Tornielli
«Chiesa libera da soldi e potere»

Benedetto XVI visto da Tornielli – Di fronte agli scandali
e al carrierismo ecclesiastico, l’anziano Papa tedesco
continua a fare richiami alla conversione,
alla penitenza e all’umiltà.

Durante l’ultimo viaggio in Germania,
nel settembre 2011,
invita la Chiesa a essere meno mondana:

«Gli esempi storici mostrano
che la testimonianza missionaria
di una Chiesa “demondanizzata”
emerge in modo più chiaro.

Liberata dai fardelli
e dai privilegi materiali e politici,
la Chiesa può dedicarsi meglio
e in modo veramente cristiano
al mondo intero,
può essere veramente aperta al mondo…».

Andrea Tornielli (direttore editoriale
de “L’Osservatore Romano”), «”Dio è amore”,
la chiave del pontificato», in Id.,
Edizione straordinaria, 31 dicembre 2022, pp.1-2.

Foto: Foto: Benedetto XVI (Joseph Aloisius Ratzinger) /
insiemenews.it

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