Atti degli Apostoli0
Una Chiesa in uscita
Prefazione
Atti degli Apostoli0 – «Missioni Consolata»,
mette a disposizione dei suoi lettori
in un unico pdf,
anziché nasconderli negli scantinati,
come potrebbe,
i miei articoli d’introduzione
agli Atti degli Apostoli
pubblicati sulla rivista
nel corso del 2019 e del 2020.
Questa breve introduzione
vuole «giustificare» l’operazione,
anche se m’impedirà, in futuro,
di sostenere
di essere stato preso alla sprovvista
da tale progetto.
Perché leggere ancora la Bibbia?
Atti degli Apostoli0 – Partiamo dal chiederci:
che cos’è la Bibbia?
O, almeno, che cosa non è?
Anzitutto, la Bibbia
non è una raccolta di cose da fare
o da evitare per piacere a Dio.
È troppo incoerente
e contraddittoria per esserlo.
Persino se prendessimo
il solo Nuovo Testamento troveremmo
indicazioni difficili da conciliare
(con il Primo Testamento
sarebbe anche peggio):
l’uomo
è giudicato sulla sua fede (Rm 3,28)
o sulle sue opere (Gc 2,20)?
Gesù ha vissuto l’ultima cena
la sera di Pasqua (i sinottici)
o due giorni prima (Giovanni)?
E così via…
La Bibbia non è neanche
una storia della fede,
o una raccolta di esempi edificanti.
Sia perché racconta anche
crudeltà e cattiverie irritanti,
sia perché dentro
ha troppo che non è storia,
sia perché,
anche quello che è storia,
è incompleto e, a volte,
esso pure, incoerente.
***
Atti degli Apostoli0 – Che cosa è, allora,
la Bibbia?
Potremmo dire
che è una raccolta di testi
che testimoniano il modo
con cui tante persone diverse,
in diverse epoche e diversi luoghi,
hanno vissuto la loro relazione
con un Dio che, attraverso le generazioni,
si è fatto conoscere sempre meglio.
Il fatto che fossero tante persone diverse,
significa che avevano storie
e sensibilità diverse:
per alcune contava il culto,
per altre l’interiorità,
e per altre il legame
con le generazioni precedenti,
e così via.
Ecco perché nella Bibbia
troviamo leggi, storie,
riflessioni sagge,
preghiere, inni.
E anche genealogie,
imprecazioni,
regole per noi inutili.
Ci troviamo addirittura leggi
in contraddizione tra di loro,
perché ognuna di esse,
in un certo momento
e per certe persone,
ha rappresentato il modo
con cui vivere
un rapporto corretto con Dio.
***
Atti degli Apostoli0 – Questo vuol dire
che, per capire il senso di quello
che c’è scritto nella Bibbia,
la prima cosa che ci dobbiamo chiedere,
non è «che cosa dice questo testo a me?»,
ma «che cosa diceva questo testo
ai suoi primi destinatari?».
L’incarnazione del Dio della Bibbia
che si compie pienamente in Gesù,
infatti, non comincia con Gesù.
Dio comincia a dirsi dentro la storia
già dal Primo Testamento.
Incarnarsi vuol dire scendere
dentro una cultura, un tempo, un luogo;
comunicarsi in modo comprensibile
per quelle persone concrete,
in quella storia precisa.
Di ogni passo biblico
dovremmo cogliere come suonava
alle orecchie delle persone
per le quali è stato scritto,
perché era quello il messaggio,
più che il contenuto in sé delle parole.
La Bibbia è come la presentazione
di un personaggio importante (Dio),
descritto non attraverso
una ricostruzione dettagliata
di tutto ciò che ha detto e fatto,
ma attraverso interviste
a chi lo ha conosciuto.
***
Atti degli Apostoli0 – Di certo
abbiamo di fronte a noi
un reportage disordinato,
tante cose finiamo per ignorarle,
ma allo stesso tempo
abbiamo un ritratto vivo e coinvolgente:
meno preciso sui particolari,
ma probabilmente più vero.
Ancora oggi leggiamo la Bibbia
perché ci narra di come,
lungo i secoli,
persone diverse da noi
hanno incontrato Dio.
Perché ci fa scoprire
quanto erano affascinanti quelle persone
(sì, penso che la lettura della Bibbia
sia interessante anche per chi non crede).
Perché ci fa scoprire il fascino di Colui
che quelle persone hanno incontrato.
Perché ci suggerisce come fare perché
lo incontriamo anche noi.
***
Atti degli Apostoli0 – Non è importante fare
come hanno fatto loro: è impossibile.
Noi viviamo in altri tempi
e in un’altra cultura.
Ma leggendo quelle esperienze,
scopriremo i criteri di fondo da seguire
per scoprire Dio nella vita nostra.
La nostra vita è diversa,
e ripetere le stesse cose
che sono raccontate nella Bibbia
ci porterebbe fuori strada
(per essere discepoli di Gesù,
non c’è bisogno, ad esempio,
di vivere in Galilea…),
ma quegli esempi sicuri
sanno indicarci la modalità
per «inventare» che cosa significhi
per noi qui e oggi vivere con Gesù.
Come leggere la Bibbia?
Atti degli Apostoli0 – Viviamo
in un tempo privilegiato.
Oggi,
anche se dimentico gli occhiali a casa,
posso incontrare una persona a caso
per strada e chiederle di leggermi una scritta.
Nel peggiore dei casi, mi risponderà
che li ha dimenticati anche lei.
Un secolo fa,
era altissima la probabilità
che mi rispondesse
di non saper leggere.
Un tempo, poi,
l’acquisto di una Bibbia
era una spesa
che i più non potevano permettersi.
Oggi la troviamo anche gratis,
in internet.
Quindi tutto è risolto?
Molto, ma non tutto.
***
Atti degli Apostoli0 – Quando leggiamo
(ma anche quando parliamo, ci muoviamo,
facciamo qualunque gesto
che coinvolga gli altri),
noi diamo per scontate tante cose.
Viaggiamo per sottintesi.
Quando, per esempio,
entriamo in un negozio,
non chiediamo al commesso
quale lingua vuole che parliamo,
né spieghiamo cosa sono
e a cosa servono i soldi
che vogliamo spendere,
né che quei soldi sono validi
e possono essere usati anche altrove.
e così via.
Tutte le nostre comunicazioni
sono piene di sottintesi,
la gran parte dei quali sono culturali
e li impariamo crescendo
(infatti i bambini a volte ci fanno ridere
perché non li capiscono ancora).
I sottintesi funzionano
quando il contesto storico e culturale
è il medesimo, o almeno affine,
tra chi parla o scrive,
e chi ascolta o legge.
Quindi spesso non funzionano per la Bibbia,
la quale non è stata scritta oggi in Italia,
ma 2-3mila anni fa,
in un’altra area culturale.
***
Atti degli Apostoli0 – Quando ci troviamo di fronte
a una persona con una cultura lontana dalla nostra,
dapprima la sentiamo strana,
poi ci rendiamo conto
che possiamo conoscerla
imparando i suoi sottintesi.
Un’opzione può essere
quella di iniziare a frequentarla,
con calma, abituandoci poco per volta,
imparando a capirla,
per così dire, per abitudine.
Questo è il sistema che,
con la Bibbia,
hanno spesso usato i monaci nei secoli.
È un modo elegante e raffinato,
molto buono,
che ha, però, il difetto
di richiedere moltissimo tempo.
Anni di frequentazione quotidiana.
C’è anche la possibilità, però,
di ricorrere a qualcuno
che quella cultura la conosca già,
un mediatore che ci spieghi la lingua,
le abitudini di quella persona,
cosa intende esprimere
quando fa certi gesti, e così via.
La mediazione,
non esclude la frequentazione personale,
ma la rende più veloce ed efficace,
meno soggetta a fraintendimenti.
Fa da scorciatoia.
Molti sottintesi li impareremo
con la frequentazione personale.
Nessuna persona in fondo
si esaurisce nella sola cultura di appartenenza,
ma ha una sua modalità personale di incarnarla.
***
Atti degli Apostoli0 – I commenti,
le introduzioni alla Bibbia,
hanno un po’ questo compito,
quello di farci notare cose che da soli
ci metteremmo, forse, mesi
o anni a notare,
quello di spiegarci alcune nozioni
che ci aiutano a capire alcuni sottintesi.
Non si sostituiscono
all’incontro diretto e personale,
ma possono favorirlo.
Come spiegare la Bibbia?
Atti degli Apostoli0 – Quando
proviamo a spiegare qualcosa a uno sconosciuto,
rischiamo di dare troppe cose per scontate,
oppure, al contrario,
di essere troppo minuziosi e banali.
Questo rischio è presente,
sicuramente,
anche nelle pagine che seguono.
Per chi scrive di Bibbia, poi,
c’è anche un altro equilibrio da cercare:
quello tra le proprie parole e la Parola,
più importante e seria,
su cui, peraltro,
tanti hanno già scritto.
Chi commenta la Bibbia, spesso,
ha già letto tanti libri di altri sulla Bibbia.
Un atteggiamento corretto
è quello di citare
tutto ciò che si è letto altrove,
di riconoscere i debiti verso coloro
da cui si ha imparato,
e di mettere il lettore nelle condizioni
di andare a controllare.
Questo è l’atteggiamento degli studiosi,
soprattutto
quando si rivolgono ad altri studiosi.
***
Atti degli Apostoli0 – Qui,
per evitare di appesantire la lettura,
si è scelto di abolire
qualunque rimando del genere.
Questo non vuol dire
che io che scrivo
non abbia dovuto studiare
imparando molto da altri, anzi.
Però alla fine conta l’incontro,
mio e dei lettori,
con il testo biblico.
Tra le tante scelte possibili,
nel mio percorso di studi,
con i tanti commentatori
che mi hanno insegnato molto,
ho spesso utilizzato questo metodo:
leggo con attenzione, controllo
se certe interpretazioni sono fondate,
e poi lascio da parte il commento.
Quando poi rileggo il testo biblico,
se certi suggerimenti letti
erano chiarificatori, mi tornano in mente.
Se li ho dimenticati,
probabilmente non erano così utili.
***
Atti degli Apostoli – Mi sentirei
di suggerire al lettore di queste pagine
lo stesso atteggiamento.
Per riprendere umilmente
un’espressione molto solenne,
vorrei essere «l’amico dello sposo»,
che prepara e introduce
all’incontro tra lo sposo
e la sposa (cfr. Gv 3,28-30).
L’essenziale per voi che leggete,
non è ciò che dico io,
ma il vostro incontro con lo sposo.
Se sarò utile a quello scopo,
ottimo.
Se l’incontro ci sarà
anche senza il mio aiuto,
non importa,
perché l’essenziale è accaduto.
L’unica speranza dell’amico dello sposo
è di non essere di intralcio.
Angelo Fracchia Gennaio 2021, 10
Foto: Beatrice Orlandini,
Icona della Pentecoste