Angeli Custodi
(Es 23,20-23a; Mt 18,1-5.10)
«Angelo di Dio, che sei il mio custode, …». Questa la preghiera che molti di noi abbiamo appreso da bambini per invocare il nostro angelo custode.
Gli angeli sono creature di Dio puramente spirituali, che stanno al suo cospetto per servirlo e contemplare la gloria del suo volto. Ma anche strumenti dell’amore divino, e quindi segno tangibile dell’amore di Dio verso gli uomini.
L’origine del loro nome è nel vocabolo greco ánghelos, ossia “messaggero” in quanto forza mediatrice tra Dio e l’uomo.
Nel linguaggio biblico il termine indica un inviato che svolge un incarico, una missione. E ricorre 170 volte nel Nuovo Testamento e 300 nell’Antico, individuando la funzione di milizia celeste, suddivisa in 9 gerarchie: Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati, Arcangeli e Angeli.
Oggi il tema degli Angeli, quasi scomparso dalle omelie liturgiche, riecheggia stranamente nei pulpiti dei media in versione New Age, nei film e addirittura negli spot pubblicitari, che ne hanno recepito esclusivamente l’aspetto estetico e formale.
Eppure i Padri della Chiesa hanno profuso pagine di alta dottrina e numerosi santi hanno fortemente raccomandato tale devozione: si pensi a san Tommaso d’Aquino, ma anche a san Giovanni Bosco o a San Padre Pio, che ha più volte affermato di aver allacciato con loro un dialogo intenso e quotidiano.
Dalle letture liturgiche di oggi possiamo dedurre alcune caratteristiche di questi Angeli.
Nella Prima Lettura, a conclusione del codice dell’alleanza, il Signore dà istruzione a Mosè per l’ingresso del popolo in Canaan e promette la sua particolare assistenza e protezione attraverso un angelo (Es 23,20). Questi renderà presente Dio stesso, perché – dice il Signore – «il mio Nome è in lui» (v. 21).
L’angelo è dunque una creatura spirituale inviata da Dio per compiere un servizio verso gli uomini con forza ed efficacia divine. È una presenza che guida e custodisce, affinché il disegno di Dio giunga a compimento.
Da parte dell’uomo, tuttavia, è richiesta la collaborazione, fatta di rispetto e delicatezza, di ascolto e obbedienza: l’angelo parla a nome del Signore e perciò le sue indicazioni sono vincolanti per l’uomo. Seguirle significa, per Mosè e il popolo, superare gli ostacoli e giungere alla terra promessa (v. 22), per noi, schierarsi vittoriosamente con Dio e entrare infine nella sua gloria e gioia.
Nel Vangelo, Gesù invita e insegna a guardare la realtà in modo più penetrante e più conforme al suo. La logica umana ha sete di grandezza e di prestigio, si lega alle apparenze e calpesta ciò che non fa bella mostra di sé (cfr. Mt 18,1).
La logica del regno dei cieli va in direzione opposta, e per accoglierla occorre cambiare mentalità, ossia convertirsi (vv. 2-5). È davvero grande chi è semplice, innocente, senza pretese; chi si affida con gratitudine alla cura e all’amore di un Altro.
Questi “piccoli” sono i prediletti dal Signore: i loro angeli custodi – all’apparenza invisibili – vedono sempre il volto di Dio e sono a lui vicinissimi (v. 10).
Se il Padre circonda i bambini donando loro gli angeli più splendidi, i discepoli di Gesù dovranno guardarsi dal disprezzare i piccoli e cercare piuttosto di diventare come loro.
All’inizio del mese di ottobre, la Chiesa ci invita a celebrare nella liturgia la memoria degli Angeli Custodi, quasi a ricordare all’uomo smarrito e scoraggiato che nel suo cammino non è solo. C’è, infatti, una creazione visibile che vediamo, almeno in parte, con gli occhi corporei; c’è poi una creazione invisibile – eppure realissima – che possiamo percepire solo con i sensi spirituali, mediante la fede, la preghiera, l’illuminazione interiore che ci viene dallo Spirito Santo.
Chi sono dunque gli Angeli Custodi?
Essi sono innanzitutto per noi un segno luminoso della divina Provvidenza, della paterna bontà di Dio, che non lascia mancare ai suoi figli nulla di quanto è loro necessario. Intermediari tra la terra e il cielo, sono creature invisibili messe a nostra disposizione per guidarci nel cammino di ritorno alla casa del Padre. Essi vengono dal cielo per ricondurci al cielo e per farci pregustare fin d’ora qualcosa delle realtà celesti.
Santi Angeli, nostri Custodi,
togliete il velo dagli occhi del nostro cuore,
per renderci capaci di recepire
la vostra silenziosa presenza nella nostra vita.
Siate per noi guide sicure
e amabili compagni
lungo il quotidiano pellegrinaggio terreno.
Accendete in noi
un vivo desiderio di contemplare
il volto di Colui
che risplende nella sua beatitudine infinita.
La vostra protezione ci liberi dal male,
il vostro consiglio ci suggerisca
quanto giova alla vera vita,
il vostro conforto ci sostenga perché,
con il cuore colmo di dolcezza,
nulla ci possa distogliere
dal tendere incessantemente all’eterna dimora;
e insegnateci ad essere anche noi
gli uni per gli altri
amabili compagni di viaggio.
Amen.
Foto: Chiesa degli Angeli Custodi a Budapest (Ungheria), mosaico parete centrale, maggio 2016 / centroaletti.com