Misericordiae Vultus 3

Misericordiae Vultus 3
Bolla di Indizione
del Giubileo Straordinario della Misericordia
III Parte, capp. 10-14

 

Misericordiae Vultus 3
10. L’architrave
che sorregge
la vita della Chiesa
è la misericordia.

Tutto
della sua azione pastorale
dovrebbe essere avvolto
dalla tenerezza
con cui si indirizza
ai credenti;

nulla del suo annuncio
e della sua testimonianza
verso il mondo
può essere privo
di misericordia.

La credibilità della Chiesa
passa attraverso la strada
dell’amore misericordioso
e compassionevole.

La Chiesa «vive
un desiderio inesauribile
di offrire misericordia».[8]

Forse per tanto tempo
abbiamo dimenticato
di indicare e di vivere
la via della misericordia.

La tentazione,
da una parte,
di pretendere
sempre e solo
la giustizia

ha fatto dimenticare
che questa
è il primo passo,
necessario
e indispensabile,

ma la Chiesa ha bisogno
di andare oltre
per raggiungere
una meta più alta
e più significativa.

Dall’altra parte,
è triste dover vedere
come l’esperienza
del perdono

nella nostra cultura
si faccia
sempre più diradata.

Perfino la parola stessa
in alcuni momenti
sembra svanire.

Senza la testimonianza
del perdono, tuttavia,
rimane solo
una vita infeconda
e sterile,

come se si vivesse
in un deserto desolato.

È giunto di nuovo
per la Chiesa il tempo
di farsi carico
dell’annuncio gioioso
del perdono.

È il tempo
del ritorno all’essenziale
per farci carico
delle debolezze
e delle difficoltà
dei nostri fratelli.

Il perdono
è una forza
che risuscita
a vita nuova

e infonde il coraggio
per guardare al futuro
con speranza.

Misericordiae Vultus 3

11. Non possiamo dimenticare
il grande insegnamento
che san Giovanni Paolo II
ha offerto con
la sua seconda Enciclica
Dives in misericordia,

che all’epoca
giunse inaspettata
e colse molti di sorpresa
per il tema
che veniva affrontato.

Due espressioni
in particolare
desidero ricordare.

Anzitutto,
il santo Papa rilevava
la dimenticanza del tema
della misericordia
nella cultura
dei nostri giorni:

«La mentalità contemporanea,
forse più di quella
dell’uomo del passato,
sembra opporsi
al Dio di misericordia

e tende altresì
ad emarginare dalla vita
e a distogliere
dal cuore umano
l’idea stessa
della misericordia.

La parola e il concetto
di misericordia sembrano
porre a disagio l’uomo,

il quale, grazie
all’enorme sviluppo
della scienza e della tecnica,
non mai prima conosciuto
nella storia,

è diventato padrone
ed ha soggiogato e dominato
la terra (cfr Gen 1,28).

Tale dominio sulla terra,
inteso talvolta
unilateralmente
e superficialmente,

sembra che
non lasci spazio
alla misericordia …

Ed è per questo che,
nell’odierna situazione
della Chiesa e del mondo,

molti uomini
e molti ambienti guidati
da un vivo senso di fede

si rivolgono, direi,
quasi spontaneamente
alla misericordia di Dio». [9]

***

Misericordiae Vultus 3
Inoltre,
san Giovanni Paolo II
così motivava l’urgenza
di annunciare

e testimoniare
la misericordia
nel mondo
contemporaneo:

«Essa è dettata
dall’amore verso l’uomo,
verso tutto ciò
che è umano

e che,
secondo l’intuizione
di gran parte
dei contemporanei,
è minacciato
da un pericolo immenso.

Il mistero di Cristo …
mi obbliga a proclamare
la misericordia quale
amore misericordioso
di Dio,

rivelato
nello stesso mistero
di Cristo.

Esso mi obbliga anche
a richiamarmi
a tale misericordia

e ad implorarla
in questa difficile,
critica fase
della storia
della Chiesa
e del mondo». [10]

Tale suo insegnamento
è più che mai attuale
e merita
di essere ripreso
in questo Anno Santo.

Accogliamo nuovamente
le sue parole:

«La Chiesa vive
una vita autentica
quando professa

e proclama la misericordia
– il più stupendo
attributo del Creatore
e del Redentore –

e quando accosta
gli uomini alle fonti
della misericordia
del Salvatore
di cui essa è depositaria
e dispensatrice». [11]

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12. La Chiesa
ha la missione
di annunciare
la misericordia di Dio,
cuore pulsante
del Vangelo,

che per mezzo suo
deve raggiungere
il cuore e la mente
di ogni persona.

La Sposa di Cristo
fa suo il comportamento
del Figlio di Dio
che a tutti va incontro
senza escludere nessuno.

Nel nostro tempo,
in cui la Chiesa
è impegnata nella
nuova evangelizzazione,

il tema della misericordia
esige di essere riproposto
con nuovo entusiasmo
e con una rinnovata
azione pastorale.

È determinante
per la Chiesa
e per la credibilità
del suo annuncio

che essa viva
e testimoni
in prima persona
la misericordia.

Il suo linguaggio
e i suoi gesti
devono trasmettere
misericordia

per penetrare
nel cuore
delle persone

e provocarle
a ritrovare la strada
per ritornare al Padre.

La prima verità
della Chiesa
è l’amore di Cristo.

Di questo amore,
che giunge
fino al perdono
e al dono di sé,

la Chiesa si fa serva
e mediatrice
presso gli uomini.

Pertanto,
dove la Chiesa è presente,
là deve essere evidente
la misericordia del Padre.

Nelle nostre parrocchie,
nelle comunità,
e nelle associazioni
nei movimenti,
insomma,

dovunque
vi sono dei cristiani,
chiunque deve
poter trovare
un’oasi di misericordia.

***

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13. Vogliamo vivere
questo Anno Giubilare
alla luce della parola
del Signore:

Misericordiosi
come il Padre.

L’evangelista
riporta l’insegnamento
di Gesù che dice:
«Siate misericordiosi,
come il Padre vostro
è misericordioso» (Lc 6,36).

È un programma di vita
tanto impegnativo
quanto ricco
di gioia e di pace.

L’imperativo di Gesù
è rivolto
a quanti ascoltano
la sua voce (cfr Lc 6,27).

Per essere capaci
di misericordia,
quindi, dobbiamo
in primo luogo
porci in ascolto
della Parola di Dio.

Ciò significa recuperare
il valore del silenzio
per meditare la Parola
che ci viene rivolta.

In questo modo
è possibile contemplare
la misericordia di Dio
e assumerlo
come proprio stile di vita.

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14. Il pellegrinaggio
è un segno peculiare
nell’Anno Santo,

perché è icona
del cammino
che ogni persona compie
nella sua esistenza.

La vita
è un pellegrinaggio
e l’essere umano
è viator,

un pellegrino
che percorre una strada
fino alla meta agognata.

Anche per raggiungere
la Porta Santa a Roma
e in ogni altro luogo,
ognuno dovrà compiere,
secondo le proprie forze,
un pellegrinaggio.

Esso
sarà un segno del fatto
che anche la misericordia
è una meta
da raggiungere

e che richiede
impegno e sacrificio.

Il pellegrinaggio,
quindi,
sia stimolo
alla conversione:

attraversando
la Porta Santa
ci lasceremo
abbracciare
dalla misericordia
di Dio

e ci impegneremo
ad essere misericordiosi
con gli altri
come il Padre
lo è con noi.

***

Misericordiae Vultus 3
Il Signore Gesù
indica le tappe
del pellegrinaggio

attraverso cui
è possibile raggiungere
questa meta:

«Non giudicate
e non sarete giudicati;
non condannate
e non sarete condannati;
perdonate
e sarete perdonati.

Date e vi sarà dato:
una misura buona, pigiata,
colma e traboccante
vi sarà versata nel grembo,

perché con la misura
con la quale misurate,
sarà misurato a voi
in cambio» (Lc 6,37-38).

***

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Dice anzitutto di
non giudicare e
di non condannare.

Se non si vuole
incorrere nel giudizio
di Dio,
nessuno può diventare
giudice del proprio fratello.

Gli uomini, infatti,
con il loro giudizio
si fermano alla superficie,
mentre il Padre
guarda nell’intimo.

Quanto male
fanno le parole
quando sono mosse
da sentimenti
di gelosia e invidia!

Parlare male del fratello
in sua assenza
equivale a porlo
in cattiva luce,

a compromettere
la sua reputazione
e lasciarlo in balia
della chiacchiera.

Non giudicare
e non condannare
significa, in positivo,
saper cogliere
ciò che di buono
c’è in ogni persona

e non permettere
che abbia a soffrire per
il nostro giudizio parziale
e la nostra presunzione
di sapere tutto.

Ma questo
non è ancora sufficiente
per esprimere la misericordia.
Gesù chiede anche
di perdonare
e di donare.

Essere strumenti
del perdono,
perché noi per primi
lo abbiamo ottenuto
da Dio.

Essere generosi
nei confronti di tutti,

sapendo che anche Dio
elargisce
la sua benevolenza
su di noi
con grande magnanimità.

***

Misericordiae Vultus 3
Misericordiosi
come il Padre,
dunque,
è il “motto”
dell’Anno Santo.

Nella misericordia
abbiamo la prova
di come Dio ama.

Egli dà tutto se stesso,
per sempre,
gratuitamente,
e senza nulla chiedere
in cambio.

Viene in nostro aiuto
quando lo invochiamo.

È bello
che la preghiera quotidiana
della Chiesa
inizi con queste parole:

«O Dio,
vieni a salvarmi,
Signore,
vieni presto in mio aiuto»
(Sal 70,2).

L’aiuto che invochiamo
è già il primo passo
della misericordia di Dio
verso di noi.

Egli viene a salvarci
dalla condizione di debolezza
in cui viviamo.

E il suo aiuto consiste
nel farci cogliere
la sua presenza
e la sua vicinanza.

Giorno per giorno,
toccati dalla sua compassione,
possiamo anche noi
diventare compassionevoli
verso tutti.

[8] Esort. ap.
Evangelii gaudium, 24

[9] N. 2.

[10] Lett. Enc.
Dives in misericordia, 15.

[11] Ibid., 13.

Foto: Copertina di
Misericordiae Vultus
di Papa Francesco/
paolinestore.it

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