Non per azzardo, ma per scelta
Non per azzardo – Caro direttore,
secondo il ministero dell’Economia,
tra gennaio e novembre del 2011
le entrate tributarie
sono aumentate dello 0,4%
rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente.
Ciò grazie
anche ai proventi dei giochi
e in particolare
dei 1.504 milioni di euro (+31,8%)
che lo Stato ha incassato
in più dal lotto.
È un dato
che ci deve far riflettere.
Pur essendo in periodo di crisi,
coloro che sperano nella fortuna
sono sempre più numerosi.
Le persone,
in disagio economico,
giocando
acquistano anche la speranza
e un sogno di felicità.
Per Benedetto Croce
il lotto era un consolatorio
«oppio della miseria».
La speranza aiuta a vivere…
Fatto sta
che le entrate dello Stato
per giochi e lotterie
aumentano di anno in anno
con l’aumentare della povertà.
L’Italia non ha una valida strategia
per il sostegno
alle famiglie in difficoltà.
E con la recessione
i poveri sono aumentati ulteriormente.
Perché non destinare, allora,
i maggiori incassi
realizzati dallo Stato
con la “tassa sulla povertà”
al sostegno
delle categorie più deboli?
Angelo Ciarlo, Napoli
***
Non per azzardo – Capisco e condivido
la sua amarezza
e anche lo spirito della sua proposta,
e provo a stare… al gioco.
Perché non salvare
capra e cavoli
rendendo trasparente e stabile
la destinazione di solidarietà
delle entrate
garantite dall’azzardo legale?
Già, perché?
Ma perché,
per esempio,
possiamo immaginare
purtroppo benissimo
gli spot
che ci pioverebbero addosso:
volti
e situazioni di persone malmesse
accompagnati da slogan tipo
“Più giochi, più li aiuti”
o “Punta al tesoro,
vinci per te e per loro”
o, ancora,
“Se dài i numeri,
dài anche a chi ha meno”…
No, grazie.
Altrimenti,
caro amico,
come e quando
potremmo sperare
di uscire dal circolo vizioso
che rende aspra e brutta
persino una parola
bella e dolce come gioco?
Quando diciamo
che bisogna scommettere
con e per la famiglia,
pensiamo a ben altre scelte.
La “tassa sui poveri”,
come anche lei la chiama,
è meglio farla sparire
che azzardarsi a nobilitarla…
Ci vuol tempo, certo,
e la corrente
va in senso inverso
a quello giusto,
ma rassegnarsi
non si può proprio.
«Il direttore risponde.
‘Non per azzardo,
ma per scelta’», in “Avvenire”
mercoledì 18 gennaio 2012
Foto: Dipendenza
da gioco d’azzardo /
avvenire.it