Benedetto XVI visto da Sorbi
Sorbi: «Per la cultura laica il fascino della questione antropologica»
Per il sociologo cattolico
«il pensiero di Benedetto XVI ha incontrato
la domanda di molti intellettuali di sinistra
sulla comune natura umana
e la questione della verità»
Benedetto XVI visto da Sorbi – Un faro,
un ponte, una porta sempre aperta.
Sono le tre immagini
che di Joseph Ratzinger- Benedetto XVI
affiorano dal flusso di riflessioni
– commosse, partecipi, grate –
che prorompono da Paolo Sorbi,
sociologo, intellettuale cattolico
cresciuto nella cultura di sinistra,
appassionato del pensiero filosofico
e teologico del Pontefice emerito
al punto da farsene ambasciatore
presso i suoi amici che della sinistra
sono stati riferimenti storici,
da Giuseppe Vacca a Mario Tronti,
allo scomparso Pietro Barcellona.
Trovandoli a tal punto sintonici da costituire
con loro il cenacolo intellettuale
divenuto noto come “i marxisti ratzingeriani”.
***
Benedetto XVI visto da Sorbi – Professore,
cos’ha significato Ratzinger per la cultura laica?
Il Papa emerito è stato una figura
alla quale intellettuali
cresciuti al pensiero marxista
hanno guardato con grande interesse,
direi passione.
Un’ammirazione nata
sul piano della questione antropologica,
ovvero la domanda – centrale per Ratzinger –
sulla natura umana
nell’era del dominio della scienza
e della tecnologia.
La scuola del Partito comunista ho formato
una generazione di intellettuali
che ritenevano fondamentale
la «comune natura umana», per dirla con Togliatti
che di questo tema centrale aveva dialogato
con una figura di dialogo
come don Giuseppe De Luca.
È il grande tema della “ragionevolezza”,
al centro del quale
c’è la persona umana,
sin dalla sua prima origine.
Un terreno naturale di incontro
con Joseph Ratzinger,
che da teologo aveva impostato
su questo profilo la sua fondamentale
Introduzione al cristianesimo, uscita nel 1968.
***
Benedetto XVI visto da Sorbi – Questo fascino
è stato avvertito anche da altre identità culturali?
Con la cultura liberale
il confronto è stato più complesso,
specie negli aspetti del rapporto
tra diritto, economia e religione.
Ma con Jurgen Habermas
c’è stata una feconda relazione.
***
Benedetto XVI visto da Sorbi – Con molti intellettuali
Ratzinger ha anche aperto una relazione personale…
È un aspetto meno noto ma decisivo
per capire l’influsso del Papa emerito
sulla cultura laica:
il suo rapporto era insieme
intellettuale e pastorale,
mai disgiunti.
Per Raztinger era fondamentale
coinvolgere e trattare le persone
una per una,
la logica della Chiesa
sin dagli Atti degli Apostoli.
La sua con tutti gli intellettuali
è stata un’empatia relazionale colta,
non una cordialità generica,
perché è sempre stato molto esigente,
ma con una benevolenza
da fine pensatore
che ha tenuto in equilibrio con sapienza
la dottrina e la teologia,
sapendo fare di entrambe
un “luogo” accogliente e coinvolgente.
Di qui nasce l’ammirazione che tanti,
anche lontani dal cristianesimo,
hanno sperimentato.
Credo che in San Pietro
nei prossimi giorni
troveremo molti di loro,
mossi dal dovere
di rendergli omaggio,
con sincera gratitudine.
***
Benedetto XVI visto da Sorbi – Com’è nata
l’esperienza dei “marxisti ratzingeriani”?
Da una delusione condivisa:
ognuno per la sua strada,
Tronti, Vacca, Barcellona e io
ci siamo ritrovati nel disagio
verso una cultura di sinistra
che pareva aver smarrito la centralità
della questione antropologica,
cioè il tema dell’uomo nella nostra società,
rilanciato dall’irrompere sulla scena
delle grandi sfide bioetiche.
Ho ritrovato vecchi amici, e tanti altri,
sugli interrogativi sollevati
da una realtà alla quale andavano date
risposte culturali adeguate,
Le abbiamo trovate nel pensiero di Ratzinger,
divenuto Papa,
senza sentire alcuna distanza culturale
tra credenti e non credenti.
Da qui sono sgorgati dialoghi
su fede, ragione, scienza e società
che anche Benedetto ha apprezzato.
***
Benedetto XVI visto da Sorbi – Un grande tema
nell’agenda di Benedetto è stato il relativismo…
Un tema indigesto a tanta cultura laica,
bloccata su false contrapposizioni,
come quella tra vita, società,
cultura “relativa” e verità.
Ratzinger ha posto con forza
la questione della verità
rispetto ai saperi del nostro tempo,
invitando al coraggio
di lasciarsi interpellare
dalla dimensione metafisica.
Una sfida anche per i credenti,
sempre invitati da Benedetto
a non confondere cristianesimo
e cristianità,
ovvero la fede basata
sull’incontro personale con Cristo,
e le forme che ha assunto
nella sua relazione con la storia.
Nel pensiero di Ratzinger
non c’è spazio per l’integralismo:
conta il Vangelo, il solo essenziale.
Francesco Ognibene, «Paolo Sorbi:
“Per la cultura laica
il fascino della questione antropologica”», in
“Avvenire”, martedì 3 gennaio 2023, p. 9.
Foto: Benedetto XVI
(Joseph Aloisius Ratzinger) /
insiemenews.it