Riforma scolastica1

Riforma scolastica1
La vita è una corsa. Se si vuole vincere…

 

Riforma scolastica1 – Caro Montanelli,
della riforma scolastica
del ministro Berlinguer lei dice
di aver sentito «tutto il bene
e tutto il male possibile».

Da parte mia, da parte cioè di uno
che nella scuola vive da oltre vent’anni,
potrei dire «tutto il male possibile»;
ovviamente in maniera
puntualmente argomentata.

Ma le caratteristiche della «stanza»
non incoraggiano
a tentare una siffatta analisi.
Mi limito, pertanto,
a due semplici annotazioni.

Prima. Prenderebbe,
se mi permette l’espressione,
un vero e proprio abbaglio
se pensasse che uno dei criteri
che ispirano detta riforma
sia quello della selezione.

Il ministro Berlinguer
pensa a una riforma che,
tutta interessata a eliminare
il fenomeno della cosiddetta
«dispersione scolastica»,
elevi l’obbligo scolastico a 18 anni

e (come vuole la logica del concetto stesso
di scuola dell’obbligo) garantisca
«a tutti i giovani di acquisire
un diploma di scuola superiore
o di qualifica professionale».
Altro che selezione.

***

Riforma scolastica1 – Seconda.
Col nuovo Statuto degli studenti,
agli alunni viene consentito,
nella maniera più assoluta ed esplicita,
di essere promossi prescindendo
dalla loro condotta nelle aule.

Mi riferisco
alla tanto discussa abolizione
della bocciatura per il sette in condotta,

e più in generale
al dettato secondo cui
«nessuna infrazione disciplinare
connessa al comportamento
può influire sulla valutazione del profitto».

Con ciò il ministro ha peccato,
a mio avviso,
di grave miopia pedagogica.
Egli scinde, infatti,
ciò che in un sano processo formativo
non può, non dovrebbe, essere scisso:
l’istruzione dall’educazione.

Luigi Gagliano, Nicosia (En)

***

Riforma scolastica1 – Caro Gagliano,
se le cose stanno come lei dice
(e mi scuso per questo se
puramente precauzionale),
sottoscrivo in toto la sua presa di posizione,
in cui del resto trova conferma
la mia coriacea diffidenza verso le «riforme».

Di quelle sulla Scuola ho perso il conto,
e tutti abbiamo sotto gli occhi
ciò che la Scuola è diventata.

Ma veniamo ai due punti
che lei prende giustamente a bersaglio.

***

Riforma scolastica1 – Primo.
Non so cosa voglia dire
«dispersione scolastica».

Però capisco senza bisogno
di ulteriori approfondimenti
quale perversione mentale ispiri
il riconoscimento a tutti i giovani,

e indipendentemente dalle loro qualità
e dall’impegno,
del diritto a un diploma di scuola superiore
o di qualifica professionale.

Quale concetto di Giustizia è mai questo,
che tende a parificare il buono e bravo
allo svogliato e somaro?
Quale stimolo a migliorare
contiene questo principio?

E, last but not least,
che valore potrà avere,
sul mercato del lavoro,
un diploma concesso
come «diritto acquisito»
solo in base alla frequenza scolare?

Questa non è Giustizia;
è giustizialismo.

E fra i più biechi, idioti e corruttori
che esistano al mondo,
e specie nel mondo in cui viviamo,
dove tutto è concorrenza,
e per chi non sa o non vuol correre
non c’è speranza di promozione.

***

Riforma scolastica1 – Che tutti,
ricchi e poveri, derelitti e privilegiati,
siano allineati sul palo di partenza
e a tutti siano date le stesse opportunità
di vincere la corsa: questo è sacrosanto.

Ma poi bisogna arrivare tra i primi,
se si vuol vincere anche la corsa della vita.
Chi crede, o finge di credere, il contrario
non fa l’interesse dei diseredati:
fa il danno di tutti,
ma specialmente dei diseredati.

I quali non hanno,
oltre la scuola,
altre palestre in cui farsi valere.

***

Riforma scolastica1 – Secondo.
«Nessuna infrazione disciplinare
connessa al comportamento
può influire sulla valutazione del profitto».

No, eh?
E rieccoci al solito concetto
della scuola-informazione
contrapposto e trionfante
su quello della scuola-formazione;

al solito concetto
della scuola-diplomificio
in cui disciplina, impegno,
correttezza, lealtà
non contano niente;

conta soltanto
quella che viene chiamata «bravura»
e che spesso si confonde
con la furberia,
dote tipica del mariuolo
anche quando è intelligente,
anzi soprattutto quando è intelligente.

***

Riforma scolastica1 – Presidente D’Alema,
capisco che in questo momento
lei è impegnato a grattarsi
rogne ben più incombenti e pressanti:
Kosovo, Quirinale,
giochi e doppi giochi di amici-nemici
e di nemici-amici.

Ma, al suo posto, un’occhiatina
a questo eterno problema della scuola
la darei.

È mai possibile
ch’essa debba continuare ad essere
una fucina di gente capace a tutto,
ma anche di tutto,
invece che di uomini e cittadini
non dritti, ma diritti?

«La vita è una corsa.
Se si vuole vincere… »,
in “La stanza di Montanelli”
del “Corriere della Sera”,
giovedì 29 aprile 1999, p. 41.

Foto: Una classe con alunni /
valigiablu.it

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