La fede non si vende
Sabato, 6 aprile 2013
Cappella della Domus Sanctae Marthae
La fede – «Per trovare i martiri non è necessario
andare alle catacombe o al Colosseo:
i martiri sono vivi adesso, in tanti Paesi.
I cristiani sono perseguitati a causa della fede.
In alcuni Paesi non possono portare la croce:
sono puniti se lo fanno.
Oggi, nel secolo XXI,
la nostra Chiesa è una Chiesa dei martiri».
Sul coraggio di testimoniare la propria fede,
che non si negozia
e non si vende al miglior offerente,
Papa Francesco ha impostato l’omelia
della messa celebrata,
la mattina di sabato 6 aprile,
nella cappella della Domus Sanctae Marthae.
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Tra i concelebranti
il cardinale Francesco Monterisi
e il vescovo Joseph Kalathiparambil,
segretario del Pontificio Consiglio
della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.
Fra i presenti, madre Laura Biondo,
superiora generale delle Figlie di San Camillo,
alcune religiose
delle Figlie di Nostra Signora della Carità
e un gruppo di fedeli argentini.
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Papa Francesco ha iniziato l’omelia
commentando con una battuta
il passo evangelico di san Marco (16,9-15)
dove si narra delle apparizioni di Gesù
a Maria di Magdala,
ai discepoli di Emmaus e agli undici apostoli:
«Quando leggo questo Vangelo,
penso che forse san Marco
non aveva troppa simpatia per Maria Maddalena,
perché ricorda che il Signore
le aveva scacciato sette demoni, no?
Era una questione di simpatia…».
Quindi ha proposto una riflessione sulla fede:
«una grazia» e «un dono del Signore»
che non va taciuto
– e si estende così «a tutti i popoli»,
come recita la colletta della messa –
perché «noi non siamo attaccati a una fantasia»
ma «a una realtà che abbiamo visto e ascoltato».
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Il Pontefice si è riferito
al passo degli Atti degli apostoli (4,13-21)
proclamato nella prima lettura della celebrazione.
Di fronte all’ordine dei sommi sacerdoti
e dei farisei di non parlare di Gesù,
Pietro e Giovanni – ha sottolineato –
«sono rimasti fermi in questa fede» dicendo:
«Noi non possiamo tacere
quello che abbiamo visto e ascoltato».
La loro testimonianza, ha aggiunto,
«mi fa pensare alla nostra fede.
E come va, la nostra fede?
È forte?
O alle volte è un po’ all’acqua di rose,
un po’ così così?
Quando avvengono difficoltà,
siamo coraggiosi come Pietro
o un po’ tiepidi?».
Pietro, ha affermato Papa Francesco,
ci insegna che «la fede non si negozia.
Sempre c’è stata,
nella storia del popolo di Dio,
questa tentazione:
tagliarne un pezzo»
magari neppure «tanto».
Ma «la fede – ha spiegato – è così,
come noi la diciamo nel Credo».
Così bisogna superare
«la tentazione di essere un po’
“come fanno tutti”,
non essere tanto tanto rigidi»,
perché proprio «da lì incomincia
una strada che finisce nell’apostasia».
Infatti «quando incominciamo
a tagliare la fede, a negoziarla,
un po’ a venderla al migliore offerente,
incominciamo la strada dell’apostasia,
della non fedeltà al Signore».
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Ma proprio «l’esempio di Pietro
e Giovanni ci aiuta, ci dà forza».
Così come quello dei martiri
nella storia della Chiesa.
Sono coloro «che dicono
“non possiamo tacere”,
come Pietro e Giovanni.
E questo dà forza a noi
che alle volte abbiamo una fede
un po’ debole.
Ci dà forza per portare avanti la vita
con questa fede che abbiamo ricevuto,
che è il dono
che il Signore dà a tutti i popoli».
Il Papa ha concluso
suggerendo una preghiera quotidiana:
«Signore, grazie tante per la fede.
Custodisci la mia fede, falla crescere.
Che essa sia forte, coraggiosa.
E aiutami nei momenti in cui,
come Pietro e Giovanni,
devo renderla pubblica.
Dammi il coraggio».
«La fede non si vende»,
in “Omelie del mattino”. Nella Cappella
della Domus Sanctae Marthae
22 marzo – 6 luglio 2013.
“Le parole di Papa Francesco”,
vol. 1, LEV, Città del Vaticano,
2015, pp. 35-37.
Foto: Copertina di Omelie del mattino
di Papa Francesco, vol. 1,
Libreria Editrice Vaticana,
Città del Vaticano 2013 / foto dal cellulare