Benedetto XVI visto dall’OR
Dal Sabato Santo del 1927
alla cattedra di Pietro nel 2005
Benedetto XVI visto dall’OR – Joseph Ratzinger
era nato il 16 aprile 1927, Sabato Santo,
a Marktl am Inn,
un piccolo villaggio della Baviera,
in Germania, nella diocesi di Passau,
vicino al confine con l’Austria
e non lontano dal santuario mariano di Altötting.
I suoi genitori Joseph Ratzinger (1877-1959)
e Maria Paintner (1884-1963)
avevano scelto lo stesso nome del padre
per il loro terzogenito,
venuto al mondo dopo Maria (1921-1991)
e Georg (1924-2020).
Il padre, di professione gendarme,
apparteneva a una famiglia di agricoltori,
la mamma era figlia di artigiani di Rimsting,
sul lago di Chiem, e prima di sposarsi
aveva fatto la cuoca in diversi alberghi.
La nonna materna era nata a Rasa,
non lontano da Bressanone.
«Fui battezzato – ebbe a scrivere
nel libro La mia vita. Autobiografia –
il mattino successivo alla mia nascita,
con l’acqua appena benedetta della “notte pasquale”,
che allora veniva celebrata al mattino:
l’essere il primo battezzato della nuova acqua
era un importante segno premonitore.
Personalmente sono sempre stato grato
per il fatto che, in questo modo,
la mia vita sia stata fin dall’inizio
immersa nel mistero pasquale,
dal momento che non poteva
che essere un segno di benedizione.
Indubbiamente, non era la domenica di Pasqua
ma, appunto, il Sabato Santo.
Eppure, quanto più ci penso, tanto più mi pare
una caratteristica della nostra esistenza umana,
che ancora attende la Pasqua,
non è ancora nella luce,
ma fiduciosa si avvia verso di essa».
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – Il lavoro
del padre aveva imposto alla famiglia
diversi trasferimenti.
Dapprima nel 1929 a Tittmoning,
piccolo borgo il cui ponte sul fiume Salzach
fa anche da confine con l’Austria.
Poi, nel 1932, ad Aschau am Inn
(«dal momento che a Tittmoning» il padre
«si era esposto parecchio contro i nazisti»),
dove aveva iniziato a frequentare la scuola
e nel 1936 aveva ricevuto la Prima Comunione.
Quindi, nel 1937, a Hufschlag,
nella periferia di Traunstein.
Ed era stata proprio quest’ultima città
– capoluogo distrettuale dell’Alta Baviera,
a trenta chilometri da Salisburgo –
a divenire il suo «vero paese d’origine».
Lì nel 1937 aveva ricevuto la Cresima
e aveva intrapreso anche gli studi
del ginnasio umanistico,
ospite del collegio arcivescovile,
seguendo i passi del fratello Georg.
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – Era la Pasqua
del 1939, anno dello scoppio
della Seconda guerra mondiale,
quando aveva fatto il suo ingresso in seminario.
Per raccontare le sofferenze di quel periodo
sotto il nazismo è particolarmente indicativa
la vicenda di Kurt Sommer,
cugino diretto di Joseph Ratzinger,
con la sindrome di Down,
ucciso nel 1941 dai nazisti a 14 anni.
«Sua madre Flora era sorella di mia madre»
ebbe a confidare:
«Kurt era circa tre o quattro anni più giovane di me,
nato e cresciuto nel paese di Chieming
al lago di Chiemsee.
Io l’ho conosciuto da alcune visite
nella nostra famiglia.
Era un ragazzo robusto, allegro e semplice
con il comportamento tipico
della sindrome di Down».
Le autorità stabilirono
che Kurt fosse portato via dalla famiglia
«per ricevere un’assistenza migliore».
Non si sospettava che i nazisti stavano uccidendo
«sistematicamente tutte le persone
con malattie mentali e con la sindrome di Down.
In questo periodo
siamo stati informati dalla sua mamma
che Kurt era morto
e si sapeva che non era una morte naturale».
Alla famiglia venne comunicato
che la causa del decesso era stata una polmonite
e che il corpo di Kurt era stato cremato.
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – Nel 1943,
da studente, Joseph era stato chiamato
a prestare servizio come ausiliare
nella contraerea a München, Ludwigsfeld,
Unterföhring, Innsbruck e Gilching.
Congedato il 10 settembre 1944,
era stato inviato nel Burgenland,
la regione più a est dell’Austria,
in un campo di lavoro al confine
con Ungheria e Cecoslovacchia.
Rientrato a casa il 20 novembre,
a dicembre era stato arruolato in fanteria,
prestando il servizio militare
nei dintorni di Traunstein.
Tra la fine di aprile
e i primi di maggio del 1945 aveva disertato,
venendo imprigionato dall’esercito statunitense
nei pressi di Ulm.
Era stato liberato il 19 giugno.
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – Conseguita
la maturità, nell’autunno 1945 aveva cominciato
a seguire il biennio di Filosofia a Freising.
Nel successivo triennio
di formazione teologica all’università di München
aveva partecipato ai corsi di Gottlieb Söhngen,
Michael Schmaus, Josef Pascher, Klaus Mörsdorf,
Wilhelm Maier e Friedrich Stummer, e nel 1950,
sotto la direzione di Söhngen,
aveva iniziato a lavorare alla tesi di dottorato:
intitolata Volk und Haus Gottes
in Augustins Lehre von der Kirche
(“Popolo e casa di Dio
nell’insegnamento di Agostino sulla Chiesa”),
terminata nel 1951 e premiata dalla facoltà,
era stata discussa nel 1953
e pubblicata l’anno seguente.
Intanto il 29 ottobre 1950
aveva ricevuto l’ordinazione diaconale
dal vescovo Johannes Baptist Neuhäusler,
ausiliare di München und Freising.
E il 29 giugno 1951,
nel giorno dei santi Pietro e Paolo,
era stato ordinato sacerdote con il fratello Georg,
nel duomo di Freising,
dal cardinale arcivescovo Michael von Faulhaber.
«Nel momento in cui l’anziano arcivescovo
– ricordò – impose le mani su di me,
un uccellino, forse un’allodola,
si levò dall’altare maggiore della cattedrale
e intonò un piccolo canto gioioso;
per me fu come se una voce dall’alto
mi dicesse: va bene così, sei sulla strada giusta».
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – Aveva iniziato
subito il ministero sacerdotale come coadiutore
della parrocchia del Preziosissimo Sangue a München.
Ma era stato soprattutto
nell’insegnamento a Freising
che aveva profuso la maggior parte
delle proprie energie:
dapprima nel seminario (1952-1954),
poi nella Philosophisch-Theologischen Hochschule
(1954-1957) come docente
di Dogmatica e Teologia fondamentale.
Nel frattempo, aveva lavorato alla tesi
per l’abilitazione all’insegnamento,
incentrata sul rapporto tra storia e rivelazione
in san Bonaventura (1954-1955):
sostenuto dal relatore Söhngen
e criticato dal correlatore Schmaus,
il testo fu rielaborato,
poi discusso il 21 febbraio 1957
e infine pubblicato nel 1959 con il titolo
Die Geschichtstheologie des heiligen Bonaventura
(“La teologia della storia in san Bonaventura”).
Inoltre, aveva conosciuto Karl Rahner e Hans Küng:
il primo durante le vacanze di Pasqua del 1956,
durante un colloquio di studiosi di Teologia dogmatica
di lingua tedesca a Königstein;
il secondo nel 1957 – quando era stato nominato
libero docente all’università di München –
partecipando a un congresso
di Teologia dogmatica a Innsbruck.
Nominato professore di Dogmatica
e Teologia fondamentale nella Philosophisch-
Theologischen Hochschule di Freising
il 1° gennaio 1958,
era poi stato ordinario di Teologia fondamentale
all’università di Bonn (1959-1963).
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – In particolare,
un’esperienza fondamentale era stata
la partecipazione, in qualità di peritus (“esperto”),
al concilio Vaticano II (1962-1965),
come consulente teologico
del cardinale Joseph Frings,
arcivescovo di Colonia.
Divenuto docente di Dogmatica
e Storia dei dogmi
all’università di Münster (1963-1966),
era stato nel 1964 tra i fondatori
della rivista internazionale
di teologia «Concilium».
Passato poi all’università di Tübingen
(1966-1969), nel 1967 aveva tenuto
un ciclo di lezioni sul Simbolo apostolico,
rielaborate nel volume Einführung
in das Christentum (“Introduzione al cristianesimo”)
pubblicato nel 1968 e tradotto in 23 lingue.
Ecco il suo ricordo in proposito: «Ero
e sono pienamente consapevole dei suoi limiti,
ma il fatto che esso abbia aperto una porta
a molte persone è per me motivo di soddisfazione
e, insieme, di gratitudine per Tubinga,
nella cui atmosfera
hanno avuto origine quelle lezioni».
Infine, l’ultima tappa
della sua carriera accademica
era stata nell’università di Regensburg,
sempre come docente di Dogmatica
e Storia dei dogmi (1969-1977);
nel frattempo, però era arrivata anche
la prima nomina “romana” da parte di Paolo VI
che, nel 1969, lo aveva annoverato tra i membri
della Commissione teologica internazionale.
Fondata nel 1972
con Hans Urs von Balthasar,
Henri de Lubac e altri teologi
la rivista internazionale «Communio»,
nel 1976 era stato nominato anche
vicerettore dell’ateneo ratisbonese.
«La sensazione di acquisire
sempre più chiaramente
una mia visione teologica
fu la più bella esperienza
degli anni di Regensburg»
era stato il suo commento.
In quel periodo
aveva avuto modo di trasferirsi
con la sorella Maria a Pentling,
alla periferia di Regensburg,
vicino al fratello don Georg,
con il quale condivideva anche
la passione per la musica.
«Ci sentivamo di nuovo insieme,
a casa nostra» aveva ricordato.
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – Il 25 marzo 1977
Papa Montini lo aveva nominato
arcivescovo di München und Freising.
«Non pensai a niente di pericoloso – confidò –
quando il nunzio Del Mestri, con un pretesto,
mi fece visita a Regensburg,
chiacchierò con me del più e del meno
e, alla fine, mi mise tra le mani
una lettera che dovevo leggere a casa,
pensandoci sopra.
Essa conteneva la mia nomina
ad arcivescovo di München und Freising».
Aveva ricevuto l’ordinazione episcopale
il 28 maggio 1977, vigilia di Pentecoste,
dal vescovo di Würzburg, monsignor Josef Stangl.
Co-consacranti il vescovo di Ratisbona,
monsignor Rudolf Graber,
e l’ausiliare di München und Freising,
il vescovo Ernst Tewes.
Aveva scelto come motto episcopale
le parole tratte dalla terza lettera
di san Giovanni: Cooperatores veritatis
(“Collaboratori della verità”),
perché, aveva spiegato, «mi pareva
che potessero ben rappresentare la continuità
tra il mio compito precedente di professore
e il nuovo incarico: pur con tutte le differenze
si trattava e si tratta sempre della stessa cosa,
seguire la verità, porsi al suo servizio.
E dal momento che nel mondo di oggi
l’argomento “verità” è quasi scomparso
questo motto episcopale mi è sembrato
il più in linea con il nostro tempo».
Sullo stemma,
alla tradizionale immagine del “moro incoronato”
– vista come espressione dell’universalità della Chiesa –
aveva aggiunto due elementi;
la conchiglia per indicare il pellegrinaggio
e richiamare sant’Agostino,
che aveva definito il suo «grande maestro»;
e l’immagine dell’orso,
secondo la tradizione di san Corbiniano:
quell’orso che aveva sbranato il cavallo del santo
ricevendo come punizione
l’ordine di portare fino a Roma
il fardello che era sul cavallo.
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – Il successivo
27 giugno Paolo VI lo aveva creato
e pubblicato cardinale, del titolo
di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino.
Due giorni dopo era stato nominato membro
del Segretariato per l’unità dei cristiani.
Dal 30 settembre al 29 ottobre 1977
aveva preso parte alla quarta assemblea ordinaria
del Sinodo dei vescovi sul tema:
«La catechesi nel nostro tempo».
Quindi, nell’agosto 1978,
aveva partecipato al conclave durante il quale,
il giorno 26, era stato eletto Papa
il cardinale Albino Luciani
con il nome Giovanni Paolo I.
E Papa Luciani lo aveva subito designato
suo inviato speciale
al terzo Congresso mariologico internazionale,
svoltosi in Ecuador, a Guayaquil,
dal 16 al 24 settembre 1978.
Un incarico che aveva svolto
con particolare entusiasmo per il gemellaggio
con l’arcidiocesi di München und Freising.
Ma la morte improvvisa del Pontefice
aveva reso necessario un altro conclave
e per la seconda volta era dovuto tornare
nella Cappella Sistina: il 16 ottobre
la fumata bianca aveva annunciato
l’elezione del cardinale Karol Wojtyła,
che aveva scelto il nome di Giovanni Paolo II.
Parlando di lui, aveva scritto:
«Io ho prestato attenzione a come
quest’uomo pregava, a come incontrava gli altri
in modo aperto e libero da pregiudizi,
anche noi tedeschi,
e così si rafforzò in me la convinzione
che egli era il Papa per l’ora presente».
Nel 1980 era stato scelto come relatore generale
alla quinta assemblea generale ordinaria
del Sinodo dei vescovi,
svoltasi tra il 26 settembre e il 25 ottobre,
sulla missione della famiglia cristiana
nel mondo contemporaneo.
Sempre nel 1980
aveva accolto Giovanni Paolo II
nel suo viaggio apostolico in Germania,
che aveva fatto tappa a Monaco di Baviera
e anche nel santuario mariano di Altötting,
particolarmente caro a Joseph Ratzinger.
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – Nel 1981
era arrivata una chiamata a Roma
destinata a segnare profondamente la sua vita:
il 25 novembre infatti Giovanni Paolo II
lo aveva nominato prefetto
della Congregazione per la dottrina della fede
e presidente della Pontificia commissione biblica
e della Commissione teologica internazionale.
Avevano poi fatto seguito l’11 gennaio 1982
le nomine a membro
del Consiglio per gli affari pubblici della Chiesa
e della Congregazione per i vescovi e,
successivamente, di numerosi altri organismi
della Curia romana.
Dopo aver rinunciato, il 15 febbraio 1982,
al governo pastorale dell’arcidiocesi
di München und Freising,
aveva svolto per oltre 23 anni l’alto incarico
alla guida dell’ex Sant’Uffizio,
collaborando con Papa Wojtyła
per tutto il suo lungo pontificato.
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – Aveva esordito
nel suo servizio pubblicando, il 27 marzo 1982,
le Osservazioni della Congregazione
sul rapporto finale dell’Arcic
(Anglican Roman Catholic International Commission).
Nel settembre 1982 si era recato a Rio de Janeiro
per un congresso di cristologia
e, tra il 18 e il 19 gennaio 1983,
aveva presieduto un incontro in Vaticano
con alcuni vescovi tedeschi e statunitensi
sull’uso delle armi nucleari.
In quell’anno Giovanni Paolo II
aveva voluto di nuovo affidargli
un ruolo di primo piano al Sinodo dei vescovi,
assegnandogli il compito di presidente delegato
della sesta assemblea generale ordinaria su
«La riconciliazione e la penitenza
nella missione della Chiesa»,
svoltasi dal 29 settembre al 29 ottobre.
Aveva poi preso parte
alle successive assemblee sinodali
in veste di cardinale prefetto
(e poi come Pontefice).
Il 26 novembre 1983,
alla vigilia dell’entrata in vigore
del nuovo Codice di diritto canonico,
aveva firmato la
Dichiarazione circa le associazioni massoniche,
nei confronti delle quali si confermava
«il giudizio negativo della Chiesa».
Sempre nello stesso anno
la Congregazione da lui diretta
aveva pubblicato le Decisioni
in merito all’articolo del Simbolo apostolico
sulla «risurrezione della carne».
Nel 1984 aveva viaggiato in America:
a febbraio negli Stati Uniti
per visitare alcuni seminari
e a marzo in Colombia, nella capitale Bogotá,
per una riunione della Congregazione
con le Commissioni dottrinali
dell’America latina.
Per questo genere di incontri a livello continentale,
in seguito, si era recato a Kinshasa
(luglio 1987) per l’Africa;
a Laxenburg (maggio 1989), nei pressi di Vienna,
per l’Europa; a Hong Kong (marzo 1993) per l’Asia;
a Guadalajara, in Messico (maggio 1996)
per l’America latina.
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – Il 6 agosto 1984
la Congregazione aveva pubblicato l’istruzione
Libertatis nuntius per mettere in guardia dai rischi
delle deviazioni della teologia della liberazione,
seguito nel 1986 dall’istruzione
sulla libertà cristiana e la liberazione
Libertatis conscientia.
Intanto nel 1985 era stato pubblicato il libro
Rapporto sulla fede, basato su un’intervista rilasciata
a Vittorio Messori l’estate precedente, a Bressanone.
Il 10 luglio 1986 Giovanni Paolo II
lo aveva nominato presidente
della Commissione per la preparazione
del Catechismo della Chiesa universale.
Un servizio che aveva intrapreso
e portato avanti con particolare impegno,
sulla base della proposta
fatta dalla seconda assemblea straordinaria
del Sinodo dei vescovi
al termine dei lavori nel dicembre 1985:
«venga composto – avevano suggerito i padri –
un catechismo e compendio
di tutta la dottrina cattolica,
per quanto riguarda sia la fede che la morale,
perché sia quasi un punto di riferimento
per i catechismi o compendi
che vengono preparati nelle diverse regioni».
Quindi, dal 18 al 25 luglio 1986,
si era recato in visita ad alcune diocesi del Perú.
Nel mese di ottobre
la Congregazione aveva pubblicato
la lettera sulla cura pastorale
delle persone omosessuali
Homosexualitatis problema
e nel febbraio 1987 l’istruzione Donum vitae
sul rispetto della vita umana nascente
e la dignità della procreazione.
Inoltre, tra il 1987 e il 1988
aveva preso posizione,
con i vescovi statunitensi,
riguardo l’aids.
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – Nel 1988
aveva compiuto due nuovi viaggi in America:
a febbraio a New York per una conferenza
sull’esegesi contemporanea
e a luglio in Cile
per incontrare vescovi e gruppi cattolici.
Tra l’11 e il 13 aprile 1988
aveva incontrato personalmente
Marcel Lefebvre
e il 5 maggio avevano insieme firmato
un protocollo dottrinale comune.
Di fronte all’improvviso ripensamento
di monsignor Lefebvre,
che aveva annunciato l’intenzione
di ordinare quattro vescovi,
gli aveva rivolto un appello
– a nome di Giovanni Paolo II –
il 29 giugno, alla vigilia dell’ordinazione.
Il 15 ottobre 1989
la Congregazione aveva pubblicato
la Lettera ai vescovi su alcuni aspetti
della meditazione cristiana
Orationis forma e il 15 giugno 1992
la lettera Communionis notio
sulla Chiesa intesa come comunione.
Di nuovo in America nel 1990,
a gennaio aveva incontrato la comunità
del seminario di Philadelphia negli Stati Uniti
e a luglio si era recato a Rio de Janeiro.
Ad aprile 1992 aveva visitato la Terra Santa.
Il 6 novembre dello stesso anno
era stato accolto nell’Institut de France
come membro
dell’Académie des sciences morales et politiques.
L’11 ottobre 1992 Giovanni Paolo II aveva firmato
la costituzione apostolica Fidei depositum
per la pubblicazione
del Catechismo della Chiesa cattolica.
Il 7 dicembre il Catechismo
era stato presentato ufficialmente
dal Papa nella Sala Regia.
Il cardinale Ratzinger, a sua volta,
ne aveva illustrato i contenuti, il 9 dicembre,
in un incontro nella Sala stampa della Santa Sede.
Di questa opera così importante
aveva tenuto a rimarcare che si trattava
del «frutto di un lavoro episcopale collegiale.
Desiderato da un Sinodo dei vescovi,
redatto da vescovi diocesani,
è stato esaminato, in una delle sue fasi di elaborazione,
dall’intero episcopato cattolico».
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – Il 5 aprile 1993
il Pontefice lo aveva promosso
all’ordine dei cardinali vescovi,
assegnandogli la sede suburbicaria
di Velletri-Segni.
A febbraio 1994
era tornato in Terra Santa, a Gerusalemme,
per una conferenza internazionale
tra ebrei e cristiani.
Nel 1996,
dopo l’intervista su cristianesimo
e Chiesa cattolica nel XXI secolo
rilasciata al giornalista tedesco Peter Seewald,
era uscito il libro Salz der Erde (Sale della terra),
tradotto in 19 lingue.
A ottobre aveva presieduto
un pellegrinaggio internazionale
al santuario mariano portoghese di Fátima.
Il 15 agosto 1997 Giovanni Paolo II
aveva promulgato l’Editio typica
del Catechismo, curata da una commissione
guidata dal cardinale Ratzinger.
Eletto vice-decano del Collegio cardinalizio
il 6 novembre 1998,
il successivo 3 gennaio era stato inviato speciale
di Giovanni Paolo II in Germania
alle celebrazioni per il dodicesimo centenario
della diocesi di Paderborn.
Dopo una visita a San Francisco, in febbraio,
per la riunione della Congregazione
con le Commissioni dottrinali
dell’America del nord e dell’Oceania,
a novembre aveva tenuto una conferenza
sulla verità del cristianesimo
alla Sorbona di Parigi.
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – A febbraio
dell’anno del Grande giubileo del 2000,
a Montecassino, era stato intervistato,
per la seconda volta,
su «fede e vita nel mondo di oggi» da Seewald,
che aveva poi pubblicato il libro Gott und die Welt
(“Dio e il mondo”).
Il 26 giugno aveva pubblicato e presentato,
nella Sala stampa della Santa Sede,
il commento teologico del documento
Il messaggio di Fátima, curato
dalla Congregazione per la dottrina della fede.
E il 6 agosto 2000
aveva firmato la dichiarazione Dominus Iesus
«sull’unicità e l’universalità salvifica di Cristo
e della Chiesa».
Il 22 novembre era stato nominato dal Papa
accademico onorario
della Pontificia accademia delle scienze.
E il 28 novembre
aveva tenuto una conferenza
presso la rappresentanza
del Governo di Baviera a Berlino.
Il 18 maggio 2001
aveva pubblicato la Lettera ai vescovi
sui delitti più gravi (de delictis gravioribus)
riservati alla Congregazione
per la dottrina della fede, testo che accompagnava
il motu proprio di Giovanni Paolo II
Sacramentorum sanctitatis tutela (30 aprile).
Il 6 ottobre 2002
era stato inviato del Papa
alle celebrazioni giubilari
nella diocesi di Regensburg,
a lui particolarmente cara.
E nel novembre 2002 aveva pubblicato
la Nota dottrinale della Congregazione
sull’impegno e il comportamento dei cattolici
nella vita politica.
Il 30 novembre 2002
era stato eletto decano del collegio cardinalizio,
assumendo anche la sede suburbicaria di Ostia.
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – L’11 maggio 2003
era stato inviato dal Papa a Cracovia
per le celebrazioni dei 750 anni
della canonizzazione di san Stanislao.
Quindi, il 31 maggio 2004,
era stata pubblicata la Lettera ai vescovi
sulla collaborazione dell’uomo e della donna
nella Chiesa e nel mondo.
Il 4 giugno Ratzinger
aveva tenuto a Caen, in Francia,
un discorso commemorativo
nel sessantesimo anniversario
dello sbarco in Normandia.
Il 24 febbraio 2005 aveva celebrato
le esequie di monsignor Luigi Giussani.
Un mese dopo, il 25 marzo,
le sue intense meditazioni
avevano scandito la Via Crucis del Venerdì Santo
al Colosseo:
Giovanni Paolo II aveva seguito il rito
in collegamento dalla sua cappella privata.
Il 26 marzo aveva celebrato, a nome del Papa,
la veglia pasquale in San Pietro.
E il 1° aprile,
proprio alla vigilia della morte di Papa Wojtyła,
aveva ricevuto, a Subiaco,
il premio San Benedetto «per la promozione
della vita e della famiglia in Europa».
Benedetto XVI visto dall’OR
Benedetto XVI visto dall’OR – L’8 aprile 2005
aveva presieduto le esequie di Giovanni Paolo II
in piazza San Pietro.
Quindi il 18 aprile
aveva celebrato la messa
pro eligendo Romano Pontifice
e il giorno successivo, martedì 19,
era stato eletto Papa nella Cappella Sistina
dai 115 cardinali in un conclave
– il più numeroso della storia –
durato meno di 24 ore.
Aveva scelto per sé il nome Benedetto.
«Cari fratelli e sorelle – erano state
le sue prime parole da Pontefice,
affacciato alla loggia della benedizione
della basilica Vaticana –
dopo il grande Papa Giovanni Paolo II,
i signori cardinali hanno eletto me,
un semplice e umile lavoratore
nella vigna del Signore.
Mi consola il fatto
che il Signore sa lavorare ed agire
anche con strumenti insufficienti
e soprattutto mi affido alle vostre preghiere.
Nella gioia del Signore risorto,
fiduciosi nel suo aiuto permanente,
andiamo avanti.
Il Signore ci aiuterà
e Maria sua Santissima Madre
starà dalla nostra parte. Grazie».
Il 24 aprile
Benedetto XVI aveva iniziato
il ministero di pastore universale della Chiesa.
«Dal Sabato Santo del 1927
alla cattedra di Pietro nel 2005», in
“L’Osservatore Romano”,
Edizione straordinaria, 31 dicembre 2022, pp. 4-5.
Foto: Benedetto XVI (Joseph Aloisius Ratzinger) /
insiemenews.it