Suor Blandina – Una suora nel far west
L’epistolario ottocentesco della missionaria italiana
che «convertì» il fuorilegge Billy the Kid
Suor Blandina – Terra dura
per gente dura, il West.
Ce lo assicurano i film,
le fotografie e le testimonianze.
In tanta durezza,
la fede deve adeguarsi, giusto?
Così quando pensi al West
e agli “uomini di Dio”, istantaneamente
ti vengono in mente le carovane dei Mormoni.
Tutti alti e neri,
con il cappellone e la barbona,
in marcia verso lo Utah
assieme alle tante mogli
e agli innumerevoli marmocchi.
O anche il reverendo di Sentieri selvaggi,
giudice, sceriffo e pastore allo stesso tempo,
che prima o poi si sbaglia
e appende la Colt
e mette il crocifisso nella fondina.
Terra dura, dunque fede dura.
Così la letteratura celebra la legge tout court,
degli uomini e di Dio,
come il reverendo di John Ford.
Una terra disordinata ha bisogno di ordine,
quindi adeguiamoci: il codice e la Bibbia,
e la Colt al fine di farli rispettare.
Spazio per la tenerezza
pare restarne veramente poco.
Così le donne si riducono a comprimarie:
fedeli compagne,
salvo rare eccezioni (ma Calamity Jane
doveva avere poco di femminile).
Il West è maschio.
Eppure, dritto dal ventennio
più celebrato della frontiera,
l’ultimo quarto di secolo
che vide domare l’Ovest selvaggio,
esce un diario straordinario.
Straordinario,
perché ci parla di una donna;
peraltro di una donna di fede;
che s’impone a causa della sua ferma dolcezza.
In pratica, un donnino minuscolo,
sbucato però da una terra che,
incastrata com’è tra mare e monte,
produce tipi tenaci
e poco propensi alle svenevolezze.
Una donna che costruì l’Ovest
quanto sceriffi e cow-boys.
Una donna, una suora italiana.
La sua storia è narrata in
Suor Blandina, una suora italiana nel West
(editrice Neri Pozza, pagine 310, lire 26.000)
da lei stessa in un “diario epistolare”
fatto di lettere inviate alla sorella maggiore,
religiosa pure lei, dal 1872 al 1893.
Questo diario è apparso la prima volta nel 1932
(At the End of the Santa Fe Trail)
e recentemente due insegnanti liguri,
Cristina Podestà e Anna M. Sanguineti,
lo hanno tradotto in italiano.
Ma stiamo correndo troppo:
la storia comincia 145 anni fa…
Rosa Maria Segale nasce a Cicagna,
in provincia di Genova, il 23 gennaio 1850
da Francesco e Giovanna Malatesta.
È la più piccola di cinque figli
e quando ha appena 4 anni
la famiglia parte per l’America.
Mèta abituale dei liguri è il Sud;
invece papà Segale sceglie il Nord,
e per di più l’Ohio.
A Cincinnati gli inizi sono durissimi;
ma poi apre un negozio di frutta e verdura,
quindi una pasticceria,
e arriva un certo benessere.
Rosa Maria intanto compie 16 anni
ed entra nell’ordine della Suore della Carità
con il curioso nome di Blandina,
imitata in seguito dalla sorella maggiore
Maria Maddalena (suor Giustina).
A vederla nelle fotografie e nei disegni,
suor Blandina non aveva certo l’aspetto del pioniere.
Un soldo di cacio, e pure occhialuta.
Ma i superiori dovevano aver capito
che la stoffa c’era
se nel novembre 1892, a neppure 23 anni,
la inviano a Trinidad.
Sarà l’inizio di vent’anni di frontiera,
lungo la linea ferroviaria di Santa Fe,
tra Colorado e New Mexico.
Suor Blandina, di fatto,
affronterà desperados e indiani,
costruirà scuole e ospedali.
Ma soprattutto
sarà donna di frontiera tout court,
in perenne movimento,
con straordinaria capacità di adattamento
alle situazioni più diverse.
Ad esempio, un motivo ricorrente del libro
è il celeberrimo Billy the Kid,
il fuorilegge ragazzino,
celebrato in innumerevoli film
nei quali ovviamente suor Blandina non c’è.
Suor Blandina è un’acuta psicologa
e, in epoca impensabile,
maestra di evangelizzazione.
L’episodio più istruttivo
è quello che la vede alle prese
con un uomo del Kid ferito
e abbandonato in una capanna.
Blandina lo va a trovare.
Immaginiamoci una suorina peso piuma,
infagottata di nero,
di fronte ad un killer spietato.
Blandina lo guarda e lo apostrofa:
«Vedo che soltanto una pallottola nel cranio
potrebbe metterla veramente fuori combattimento».
Era l’unica frase che potesse colpire un duro,
che, al contrario, si aspettava una predica,
ovvero un invito alla conversione,
o anche un brodo di buoni sentimenti.
Blandina, invece, non gli parla mai di Dio.
Aspetta. Sarà poi il desperado a confidarle:
«Le sue parole mi hanno dato coraggio»,
e ad aggiungere, dopo l’elenco dei suoi crimini:
«Dio mi perdonerà?».
A questo punto, Blandina cita il Vangelo
del Padre misericordioso.
E il desperado, ormai vicino alla morte,
rivela il suo curioso – ma coerente –
mondo “spirituale”:
«Le dirò quello che penso che Dio farà.
Tramite lei, mi condurrà a chiedere perdono
a causa delle mie malefatte.
Mi sta allettando,
come io allettavo coloro che avevano denaro;
poi, quando mi avrà,
mi getterà all’inferno, più rapidamente di quanto
io non mandassi all’altro mondo le mie vittime.
Adesso cosa ne pensa, sorella?».
Blandina ricorda, allora,
il ladrone in croce accanto a Gesù.
Non spreca parole,
non le intinge nella melassa.
Intanto ha conosciuto Billy the Kid;
e poi ha ottenuto
che non ammazzasse i 4 medici
i quali s’erano rifiutati di curare il desperado;
e che non attaccasse una diligenza.
Al Kid quella suora senza fronzoli
e con il fegato di un desperado
deve certamente piacere.
S’incontreranno ancora.
Alla morte del Kid,
suor Blandina commenterà:
«La vita è un mistero.
E il cuore umano?
Un misto di bontà e cattiveria.
Chi ha mai capito come funziona?
Un momento è diabolico
e subito dopo angelico».
Suor Blandina ha, inoltre, la vista lunga.
In epoca insospettabile
comprende chiaramente il dramma degli indiani
e parteggia apertamente con loro.
L’unico aggettivo che trova, infatti,
sempre lo stesso, è «poveri»:
«Poveri cuori selvaggi!
Come traboccano di rabbia e di offese subite!
Lontani dalla loro riserva credono ancora
che l’aria che respirano sia loro (…).
Poveri, poveri indiani!
Sono destinati ad avere la peggio.
In seguito, dovranno strenuamente osservare
le regole della riserva,
diminuiranno di numero e si estingueranno (…).
Poveri indiani!
Quando capiranno che i conquistatori
vogliono praticamente la loro terra?
Quanto tempo impiegheranno pertanto,
a riconoscere gli impostori?».
Suor Blandina è poco tenera
con l’amministrazione americana:
«Il denaro elargito dal nostro governo
e mal gestito dagli agenti
contribuisce per di più a sterminarli».
E ancora, con estrema durezza,
denuncia l’ipocrisia
della tanto celebrata democrazia statunitense:
«Il nostro governo,
mentre disprezza ogni atto che sa di tirannia,
nel frattempo fa finta di niente
e stermina una razza
che ha tutti i diritti di vivere
sulla terra che chiamiamo America».
La citazione è del 1873.
Nel 1893 suor Blandina è richiamata nell’Ohio,
dove fonda scuole e case
per gli immigrati italiani.
La ritroveremo il secolo dopo, nel 1931,
alla veneranda età di 81 anni a Roma, dal Papa,
al fine di chiedere la beatificazione
della fondatrice delle Suore della Carità,
madre Elizabeth Seton.
Morirà a 91 anni, nel 1941.
Grande suora e, ulteriore sorpresa,
ottima narratrice, molto americana:
stile partecipe ma asciutto, ironico,
senza un aggettivo di troppo,
in grado di reggere pagine di fila
di discorso diretto.
Anche nel descrivere imprese temerarie,
suor Blandina non si prende mai troppo sul serio
e racconta invece sorridendo.
Nei drammi il sorriso diventa amaro,
ma non c’è mai compiacimento.
Finita una storia ne comincia un’altra:
proprio come la gente di frontiera,
che esplorava, conquistava e subito ripartiva.
Con la sua fede giocata di frontiera in frontiera,
mai autocelebrativa ma sobria e tenace,
suor Blandina è indubbiamente
personaggio di estrema modernità.
Capisce che la frontiera e il cuore umano
sono uguali: capirli è impossibile,
e allora l’unica è conquistarli.
Umberto Folena, «Una suora nel far west.
L’epistolario ottocentesco della missionaria italiana
che “convertì” il fuorilegge Billy the Kid»,
in “Avvenire”, domenica 21 gennaio 1996, p. 17.
Foto: Copertina di “Suor Blandina,
una suora italiana nel West” / dimanoinmano.it