In this image made from video provided by CTV, Pope Francis, center left, celebrates his inaugural Mass with cardinals, inside the Sistine Chapel, at the Vatican, Thursday, March 14, 2013. As the 266th pope, Francis inherits a Catholic church in turmoil, beset by the clerical sex abuse scandal, internal divisions and dwindling numbers in parts of the world where Christianity had been strong for centuries. (LaPresse/AP Photo/CTV)

Camminare edificare confessare

Camminare edificare confessare
Omelia di Papa Francesco per la Messa con i Cardinali
Cappella Sistina, giovedì, 14 marzo 2013

Camminare edificare confessare. In queste tre Letture vedo che c’è qualcosa di comune:
è il movimento.
Nella Prima Lettura il movimento nel cammino; nella Seconda Lettura,
il movimento nell’edificazione della Chiesa;
nella terza, nel Vangelo, il movimento nella confessione.
Camminare, edificare, confessare.

Cammino. «Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore» (Is 2,5).
Questa è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo:
Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile.
Camminare: la nostra vita è un cammino e quando ci fermiamo, la cosa non va.
Camminiamo sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore,
cercando di vivere con quella irreprensibilità
che Dio chiedeva ad Abramo, nella sua promessa.

Edificare. Che cosa? Edificare la Chiesa.
Si parla di pietre: le pietre hanno consistenza;
ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo.
Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo,
su quella pietra angolare che è lo stesso Signore.
Ecco un altro movimento della nostra vita: edificare.

Terzo, confessare. Noi possiamo camminare quanto vogliamo,
noi possiamo edificare tante cose,
ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va.
Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore.

Quando non si cammina, ci si ferma.
Allorché non si edifica sulle pietre cosa succede?
Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia,
tutto viene giù, è senza consistenza.
Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sovviene la frase di Léon Bloy:
“Chi non prega il Signore, prega il diavolo”.
Allorché non si confessa Gesù Cristo,
si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio.

Camminare, edificare-costruire, confessare. Ma la cosa non è così facile,
perché nel camminare, nel costruire, nel confessare, a volte ci sono scosse,
ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino:
sono movimenti che ci tirano indietro.

Questo Vangelo prosegue con una situazione speciale.
Lo stesso Pietro che ha confessato Gesù Cristo, gli dice:
Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivo.
Io ti seguo, ma non parliamo di Croce. Questo non c’entra.
Vengo dietro a te con altre possibilità, senza la Croce.

Quando camminiamo senza la Croce, allorché edifichiamo senza la Croce
e quando confessiamo un Cristo senza Croce,
non siamo discepoli del Signore: siamo mondani,
siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore.

Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia,
abbiamo il coraggio, proprio il coraggio,
di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore;
edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce;
e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso.
E così la Chiesa andrà avanti.

Io auguro a tutti noi che lo Spirito Santo,
per la preghiera della Madonna, nostra Madre,
ci conceda questa grazia:
camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso.
Così sia.

Foto: Papa Francesco prima Messa con i Cardinali elettori / aclibergamo.it

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